A volte i sogni si avverano e, spesso, non a caso. Non nelle arti marziali miste, a esempio, dove il sacrificio sta alla base di tutto e il caso è lasciato in un angolo a prendere polvere. Nelle MMA ci vuole altro, non c’è tempo di abbracciare la sorte o fare strani calcoli con il destino: quando la gabbia si chiude, allora sei solo e il mondo aspetta fuori. Walter Cogliandro, il camerese fighter professionista, di strada in solitaria ne ha macinata parecchia e lo ha fatto grazie a un talento cristallino che gli ha aperto, prima le porte del prestigioso team irlandese SBG, poi la firma del contratto per il suo esordio ufficiale in Bellator – l’organizzazione statunitense di arti marziali miste con sede a Chicago – fissato a Milano all’Allianz Cloud il 29 ottobre.
Lo abbiamo incontrato telefonicamente al termine di una dura sessione di allenamento.
Bellator, ce l’hai fatta. Cosa significa per un fighter arrivare così in alto?
Allora, sicuramente entrare a far parte della seconda promotion al mondo a livello di importanza è qualcosa di stupendo e adrenalinico. Ho sognato, da quando ho iniziato a fare il professionista, di poter competere a questo livello e ora è arrivato il mio momento.
Due anni fa ti saresti mai immaginato qui, ora, a parlare del tuo esordio in Bellator?
Sono una persona con le idee molto chiare e ciò che voglio lo raggiungo sempre, quindi ti dico che due anni fa sì, me lo prefiguravo spesso questo salto di qualità. Ovviamente immaginare un momento simile non è come poi viverselo davvero: essere chiamato in ufficio dal John Kavanagh (allenatore di Walter e della stella mondiale delle MMA, Conor McGregor n.d.r) e sentirsi dire “è il tuo momento per entrare in scena a Bellator”, beh ha tutto un altro sapore credimi [ride]. L’evento sarà a Milano, un motivo in più per dare il massimo.
A livello pratico, un circuito così prestigioso, deve rappresentare un bel salto di qualità…
Mi sto rendendo conto, ora, di quanto sia maledettamente bello far parte di questa promotion. La cura e l’attenzione per gli atleti è incredibile: ti seguono passo dopo passo fino al giorno dell’incontro. Il livello è altissimo e lo si vede da questi dettagli. Anche a livello di promozione e immagine non pensavo fosse così impattante. Essere nel circuito Bellator è significativo per un fighter, e fare l’esordio proprio a Milano, per me, beh, vi lascio immaginare.
Mentre sotto l’aspetto prettamente atletico sportivo, come ti stai preparando al tuo match?
Mi sto allenando duramente. Ho intensificato le sessioni di allenamento spingendo al limite ogni giorno. Qui, nel mio team in Irlanda, a livello di allenamento ho tantissimi sparring partners dove posso confrontarmi e migliorare sempre di più. La cosa bella è che si lavora tutti per un unico obbiettivo quindi qui nessuno in allenamento fa favoritismi o gesti di cortesia perché sei in pre match: qui ti aiutano a sopportare il peggio e abituarti a entrare in gabbia e essere pronto a tutto ciò che può succedere. Sono delle vere bestie [ride].
Stai studiando il tuo avversario, il francese Yves Landu?
Abbiamo studiato il mio avversario ma non mi piace basarmi troppo su strategie troppo mirate. Al momento sto migliorando la mia persona, il mio essere fighter. Il mio avversario è un atleta molto completo, predilige la parte di striking, però i match sono talmente imprevedibili, che non puoi mai sapere dove e come andrà a finire. Una cosa è certa: mi troverà aggressivo, cazzuto e pronto a fare la guerra in gabbia.