«Momento strano. Olimpiadi? Un anno in più per conquistarle»

«Strano»: è questo il primo aggettivo che utilizza per descrivere questa situazione Linda Olivieri, la novarese portacolori delle fiamme oro, vice campionessa Under 23 nei 400 ostacoli, fra le protagoniste dei mondiali assoluti dello scorso ottobre 2019 a Doha.

Olivieri è anche una delle atlete che avrebbe potuto e che quindi avrà, dato il rinvio, la possibilità di giocarsi un posto alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Nel ranking che convoca le atlete, 40 posti in tutto, lei ha chiuso il 2019 al 39esimo posto.

 

 

Tutto rimandato…
«Diciamo che questo rinvio è una sorta di opportunità. Prima di tutto una decisione che approvo come persona, perché penso che la salute sia sempre al primo posto, prima ancora dello sport, e quindi è stata una scelta più che giusta. Pensando a me stessa e al mio percorso sportivo, sarebbe stato ancora più difficile gareggiare in un solo mese per sperare di conquistare un posto. Non sono mai sicura, figuriamoci in una situazione così» dice sorridendo.

Come stai vivendo questa situazione?
«Dall’inizio della quarantena sono ospite a Parma a casa del mio fidanzato, mio padre medico di rianimazione, quindi a stretto contatto con le persone che combattono questo virus, così in famiglia abbiamo preferito essere lontani fisicamente in questo momento. Mi ritengo fortunata perché sto bene, posso allenarmi in giardino e abbiamo una sorta di palestra per le nostre attività insieme, anche Tobia è un atleta. E in più, rientrando nella categoria degli atleti nazionali fino al 3 abbiamo avuto la possibilità di allenarci in pista. Diciamo che è difficile da un punto di vista mentale, è tutto sospeso ed è difficile trovare stimoli e obiettivi. Mi piace tantissimo ciò che faccio ma è anche vero che la stagione è sempre stata suddivisa in vari obiettivi, che ora non ci sono. E’ un po’ come essere allo sbaraglio».

Come gestisci questa situazione con il tuo team?
«Non ci diamo false illusioni, sappiamo che non c’è certezza sul ritorno in pista e sulle gare, ma ho un programma e lavoro, con l’idea di ricominciare a essere in pista, quello sarebbe già un bel risultato».

Quale sarebbe il prossimo impegno?
«Al momento gli Italiani Assoluti di fine luglio non sono stati annullati, così come gli Europei fissati per la fine di agosto. Ma è tutto in divenire, le date potrebbero cambiare e quindi rimaniamo in attesa».

Cosa significano le Olimpiadi per te?
«Qualcosa che mi devo ancora guadagnare e ho un anno in più per farlo. Non è un problema l’attesa, sono ancora giovane e un anno in più non mi rallenta, al contrario mi permette di crescere ancora».

Padre medico impegnato in prima linea, anche se a distanza la tua famiglia vive questa situazione molto da vicino, come la vive Linda?
«E’ due mesi che non vedo la mia famiglia, i miei tre fratelli, come detto prima qui a Parma sto bene, ma mi mancano. Mio papà il primo mese praticamente non l’ho sentito, ha lavorato sempre, dormendo poche ore in ospedale, poi la situazione è un po’ cambiata e quando lo sento sono felice. So cosa sta passando, c’è anche la preoccupazione, sapevo che nelle settimane in cui si registravano tantissimi decessi era difficile, molto. Io ero con lui con la mente. Siamo però fortunati che in famiglia ci sia una persona così esperta, perché ci spiega, ci dice cosa fare, cosa non fare, e accanto alla preoccupazione c’è anche la “fortuna” di sentirsi al sicuro con le sue parole».

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«Momento strano. Olimpiadi? Un anno in più per conquistarle»

«Strano»: è questo il primo aggettivo che utilizza per descrivere questa situazione Linda Olivieri, la novarese portacolori delle fiamme oro, vice campionessa Under 23 nei 400 ostacoli, fra le protagoniste dei mondiali assoluti dello scorso ottobre 2019 a Doha.

Olivieri è anche una delle atlete che avrebbe potuto e che quindi avrà, dato il rinvio, la possibilità di giocarsi un posto alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Nel ranking che convoca le atlete, 40 posti in tutto, lei ha chiuso il 2019 al 39esimo posto.

 

 

Tutto rimandato…
«Diciamo che questo rinvio è una sorta di opportunità. Prima di tutto una decisione che approvo come persona, perché penso che la salute sia sempre al primo posto, prima ancora dello sport, e quindi è stata una scelta più che giusta. Pensando a me stessa e al mio percorso sportivo, sarebbe stato ancora più difficile gareggiare in un solo mese per sperare di conquistare un posto. Non sono mai sicura, figuriamoci in una situazione così» dice sorridendo.

Come stai vivendo questa situazione?
«Dall’inizio della quarantena sono ospite a Parma a casa del mio fidanzato, mio padre medico di rianimazione, quindi a stretto contatto con le persone che combattono questo virus, così in famiglia abbiamo preferito essere lontani fisicamente in questo momento. Mi ritengo fortunata perché sto bene, posso allenarmi in giardino e abbiamo una sorta di palestra per le nostre attività insieme, anche Tobia è un atleta. E in più, rientrando nella categoria degli atleti nazionali fino al 3 abbiamo avuto la possibilità di allenarci in pista. Diciamo che è difficile da un punto di vista mentale, è tutto sospeso ed è difficile trovare stimoli e obiettivi. Mi piace tantissimo ciò che faccio ma è anche vero che la stagione è sempre stata suddivisa in vari obiettivi, che ora non ci sono. E’ un po’ come essere allo sbaraglio».

Come gestisci questa situazione con il tuo team?
«Non ci diamo false illusioni, sappiamo che non c’è certezza sul ritorno in pista e sulle gare, ma ho un programma e lavoro, con l’idea di ricominciare a essere in pista, quello sarebbe già un bel risultato».

Quale sarebbe il prossimo impegno?
«Al momento gli Italiani Assoluti di fine luglio non sono stati annullati, così come gli Europei fissati per la fine di agosto. Ma è tutto in divenire, le date potrebbero cambiare e quindi rimaniamo in attesa».

Cosa significano le Olimpiadi per te?
«Qualcosa che mi devo ancora guadagnare e ho un anno in più per farlo. Non è un problema l’attesa, sono ancora giovane e un anno in più non mi rallenta, al contrario mi permette di crescere ancora».

Padre medico impegnato in prima linea, anche se a distanza la tua famiglia vive questa situazione molto da vicino, come la vive Linda?
«E’ due mesi che non vedo la mia famiglia, i miei tre fratelli, come detto prima qui a Parma sto bene, ma mi mancano. Mio papà il primo mese praticamente non l’ho sentito, ha lavorato sempre, dormendo poche ore in ospedale, poi la situazione è un po’ cambiata e quando lo sento sono felice. So cosa sta passando, c’è anche la preoccupazione, sapevo che nelle settimane in cui si registravano tantissimi decessi era difficile, molto. Io ero con lui con la mente. Siamo però fortunati che in famiglia ci sia una persona così esperta, perché ci spiega, ci dice cosa fare, cosa non fare, e accanto alla preoccupazione c’è anche la “fortuna” di sentirsi al sicuro con le sue parole».

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