Alla fine il tanto atteso “ribaltone” del CONI non c’è stato e per il Novara calcio è la serata più amara: il club azzurro è ufficialmente escluso dai campionati professionistici per la prima volta in 113 anni. L’unica carta che rimane da giocare alla dirigenza novarese è quella di un ricorso al TAR del Lazio, che in caso di accoglimento porterebbe al reintegro in soprannumero in serie C. Prospettiva, quest’ultima, comunque assai poco probabile visto lo “storico” di casi del genere già trattati.
A nulla è valsa quindi la lunga arringa difensiva dell’avvocato del club, Cesare Di Cintio, che ha puntato forte sul fatto che i pagamenti contestati nella forma siano stati, nella sostanza, effettuati e che la società abbia investito oltre due milioni di euro per regolarizzare la propria posizione. Cadendo, come già detto, in un vizio di forma e non certo di sostanza. Alla fine ha avuto la meglio la linea conservativa, quella di Covisoc e Figc, che il CONI non ha di fatto smentito. Stesso destino anche per altri 4 club: il Chievo in B, il Carpi, la Sambenedettese e Casertana in C. Accolto invece il ricorso della Paganese, che salva dunque la sua partecipazione alla terza serie.
A questo punto la “palla” passa nelle mani del sindaco Alessandro Canelli, chiamato a raccogliere il diritto sportivo della città e a chiedere l’iscrizione alla prima categoria dilettantistica disponibile (serie D o Eccellenza), allestendo una nuova società supportata dal tessuto imprenditoriale locale. I tempi stringono, i primi passi andrebbero mossi già domani. Diversamente, in attesa dell’esito dell’ulteriore ricorso (a questo punto prevedibile) del club al TAR del Lazio, sarebbe in serio pericolo la “continuità sportiva” in ambito calcistico per la città.