Novara Calcio, parla l’ex sindaco Ballarè: «La colpa è di Canelli, la città non merita questa situazione»

L'ex primo cittadino richiama anche la vicenda Asystel - Igor come esempio di operazione sociale

«Leggo con meraviglia che il sindaco ha definito il Novara Calcio come un’istituzione della città quando da parte sua c’è stata la completa mancanza di interesse su un problema che esiste da tempo. Ha lasciato passare anni senza mai senza fare nulla invece di darsi da fare perché la società diventasse motivo di orgoglio».

A parlare è l’ex primo cittadino Andrea Ballarè, il quale ha vissuto la stagione d’oro della serie A, quella del 2011/2012, e poi ha visto la squadra retrocedere ogni anno fino ad arrivare alla C. Ha osservato le vicende degli ultimi giorni e pensa che la responsabilità sia tutta da attribuire alla politica.

Cosa avrebbe dovuto fare il sindaco?

Muoversi ai primi segnali di crisi societaria e dico societaria non sportiva. A Novara è presente una classe imprenditoriale di altissimo livello affezionata alle sorte della città. Canelli avrebbe dovuto contattare uno a uno tutte quelle persone che hanno un ruolo imporante, coinvolgere il consiglio comunale e non confrontarsi con i sindaci di altre città. È facile tirare in ballo gli imprenditori adesso che frittata è rotta. È quello che io ho fatto nel 2012 con la mia amministrazione quando il patron dell’Asystel mi ha comunicato che la sua società di volley non avrebbe retto: mi sono attivato e ho cercato gli interlocutori, le forze sane che hanno risposto positivamente. Quella è stata un’operazione non solo economica, ma anche sociale che oggi rappresenta il vero orgoglio sportivo novarese a livello internazionale.

Però era il 2012. Sono passati nove anni e siamo in piena epoca Covid: pensa che oggi questa possa essere un’azione possibile?

Credo di sì anche perché quelli erano anni che risentivano ancora della grande crisi del 2008. Oggi non tutti i comparti hanno sofferto per la pandemia, anzi. Alcuni settori hanno registrato +30% del fatturato. Penso alla logistica, al campo biomedico, chimico o alimentare.

La Banca Popolare di Novara, fondamentale nell’operazione volley, potrebbe avere lo stesso peso in una eventuale operazione calcio?

Dopo la fusione con la Popolare di Milano, credo che la capacità di autonomia sia stata fortemente ridotta con la prospettiva di politiche più ampie.

I tifosi hanno accusato la politica locale di essere stata presente solo durane le glorie della serie A.

Non sono d’accordo. La mia amministrazione ha sempre supportato l’opera della famiglia De Salvo. Ci siamo stati quando la squadra ci ha fatto sognare e quando ha cominciato a perdere punti.

A chi attribusice la responsabilità di questa situazione?

Penso sia tutta colpa del sindaco che si è rassegnato al disastro e credo che questo la città non lo meriti.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Novara Calcio, parla l’ex sindaco Ballarè: «La colpa è di Canelli, la città non merita questa situazione»

L’ex primo cittadino richiama anche la vicenda Asystel – Igor come esempio di operazione sociale

«Leggo con meraviglia che il sindaco ha definito il Novara Calcio come un’istituzione della città quando da parte sua c’è stata la completa mancanza di interesse su un problema che esiste da tempo. Ha lasciato passare anni senza mai senza fare nulla invece di darsi da fare perché la società diventasse motivo di orgoglio».

A parlare è l’ex primo cittadino Andrea Ballarè, il quale ha vissuto la stagione d’oro della serie A, quella del 2011/2012, e poi ha visto la squadra retrocedere ogni anno fino ad arrivare alla C. Ha osservato le vicende degli ultimi giorni e pensa che la responsabilità sia tutta da attribuire alla politica.

Cosa avrebbe dovuto fare il sindaco?

Muoversi ai primi segnali di crisi societaria e dico societaria non sportiva. A Novara è presente una classe imprenditoriale di altissimo livello affezionata alle sorte della città. Canelli avrebbe dovuto contattare uno a uno tutte quelle persone che hanno un ruolo imporante, coinvolgere il consiglio comunale e non confrontarsi con i sindaci di altre città. È facile tirare in ballo gli imprenditori adesso che frittata è rotta. È quello che io ho fatto nel 2012 con la mia amministrazione quando il patron dell’Asystel mi ha comunicato che la sua società di volley non avrebbe retto: mi sono attivato e ho cercato gli interlocutori, le forze sane che hanno risposto positivamente. Quella è stata un’operazione non solo economica, ma anche sociale che oggi rappresenta il vero orgoglio sportivo novarese a livello internazionale.

Però era il 2012. Sono passati nove anni e siamo in piena epoca Covid: pensa che oggi questa possa essere un’azione possibile?

Credo di sì anche perché quelli erano anni che risentivano ancora della grande crisi del 2008. Oggi non tutti i comparti hanno sofferto per la pandemia, anzi. Alcuni settori hanno registrato +30% del fatturato. Penso alla logistica, al campo biomedico, chimico o alimentare.

La Banca Popolare di Novara, fondamentale nell’operazione volley, potrebbe avere lo stesso peso in una eventuale operazione calcio?

Dopo la fusione con la Popolare di Milano, credo che la capacità di autonomia sia stata fortemente ridotta con la prospettiva di politiche più ampie.

I tifosi hanno accusato la politica locale di essere stata presente solo durane le glorie della serie A.

Non sono d’accordo. La mia amministrazione ha sempre supportato l’opera della famiglia De Salvo. Ci siamo stati quando la squadra ci ha fatto sognare e quando ha cominciato a perdere punti.

A chi attribusice la responsabilità di questa situazione?

Penso sia tutta colpa del sindaco che si è rassegnato al disastro e credo che questo la città non lo meriti.

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