Novara Fc in un vicolo cieco. Ferranti sempre più convinto a farsi da parte

Quale futuro per la società azzurra? Esistono delle alternative valide? È ora mai chiaro come le sorti del Novara Football interessino a pochi. Non certamente a una città che da anni ha scelto di "chiamarsi fuori" dalla gestione del sodalizio

I giorni scorrono inesorabili, le voci si susseguono, tra conferme e smentite, tra cordate o presunte tali, che scivolano via come l’acqua sul marmo senza lasciare tracce. A conferma che, forse, purtroppo, le sorti del Novara Football interessano a pochi. Non certamente a una città che da anni ha scelto di
“chiamarsi fuori” dalla gestione del sodalizio azzurro.

La Lega Pro non suscita entusiasmi a investitori seri: troppo alti i costi di gestione, troppo pochi gli spettatori presenti al Piola: 358 paganti con la Giana, 469 con l’Arzignano, 267 con l’Atalanta U23, 208 con l’Albinoleffe, 341 con la Pergolettese. Numeri da campionato di Eccellenza. Da poco più di 4.000 abbonati in serie D, ma a costi bassissimi, a 2.310 in questa stagione, sempre a cifre abbordabili.

Solo la “follia”, economicamente parlando, dell’ingegnere romano Massimo Ferranti ha consentito al Novara di tornare a fare calcio da quasi tre anni a questa parte, ricostruendo una società dal fallimento, a prezzo di ingenti sacrifici personali: si supereranno, infatti, i dieci milioni di euro in un triennio se l’attuale proprietario del Novara dovrà portare a termine da solo questa complicata stagione.

Intanto, entro la metà di dicembre, Ferranti sarà chiamato a sborsare 600 mila euro per pagare gli stipendi di settembre e ottobre. Ma il salasso economico è destinato ad aumentare se non entreranno investitori. Al momento il francese Alain Pedretti sembrerebbe il più lontano, nonostante solo due settimane fa a questa trattativa mancasse solo l’ufficialità, come annunciato da La Voce lo scorso 19 novembre, salvo poi il brusco passo indietro poche ore dopo da parte del club.

Resta aperta l’ipotesi che porta a Pietro Lo Monaco, deus ex machina del Catania ai tempi dei siciliani in serie A e B: un dirigente di grande esperienza, con trascorsi anche al Palermo, un nome che avrebbe maggiore gradimento da parte della piazza. Delusa da situazioni che restano sospese, o che evaporano come neve al sole, come la telenovela estiva con Naser Altamini, che a dire il vero non è mai parsa credibile. Come appare priva di basi solide la cordata capitanata dallo slavo con interessi in Svizzera Sasha Spasic, che rappresenterebbe un gruppo di investitori, tra i quali, sembra, ci sia Roberto Sorrentino, la scorsa stagione tornato in panchina nel Chieri (Serie D), il cui presidente era il figlio Stefano.

Nella realtà dei fatti nulla di concreto o con una solidità economica reale, credibile, certificata, sarebbe giunta al presidente Ferranti. Che pervaso da grande amarezza, non riesce a nascondere la propria delusione, per essere lasciato solo al capezzale del Novara. E’ pur vero che sapeva, quando ha assunto la massima carica, a cosa sarebbe andato incontro. Mentre invece, dalla marcia trionfale col campionato di Serie D vinto, il ritorno nel calcio professionistico, Ferranti col Novara ha provato pochissime gioie, tante delusioni, costi alle stelle, per un decimo posto e l’uscita al primo confronto nei play off la scorsa stagione. Tre mesi di sofferenze indicibili in quella attuale. Con un futuro che appare una grossa incognita, soprattutto se il presidente Massimo Ferranti dovesse decidere di lasciare. Ma a chi?



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Novara Fc in un vicolo cieco. Ferranti sempre più convinto a farsi da parte

Quale futuro per la società azzurra? Esistono delle alternative valide? È ora mai chiaro come le sorti del Novara Football interessino a pochi. Non certamente a una città che da anni ha scelto di “chiamarsi fuori” dalla gestione del sodalizio

I giorni scorrono inesorabili, le voci si susseguono, tra conferme e smentite, tra cordate o presunte tali, che scivolano via come l’acqua sul marmo senza lasciare tracce. A conferma che, forse, purtroppo, le sorti del Novara Football interessano a pochi. Non certamente a una città che da anni ha scelto di
“chiamarsi fuori” dalla gestione del sodalizio azzurro.

La Lega Pro non suscita entusiasmi a investitori seri: troppo alti i costi di gestione, troppo pochi gli spettatori presenti al Piola: 358 paganti con la Giana, 469 con l’Arzignano, 267 con l’Atalanta U23, 208 con l’Albinoleffe, 341 con la Pergolettese. Numeri da campionato di Eccellenza. Da poco più di 4.000 abbonati in serie D, ma a costi bassissimi, a 2.310 in questa stagione, sempre a cifre abbordabili.

Solo la “follia”, economicamente parlando, dell’ingegnere romano Massimo Ferranti ha consentito al Novara di tornare a fare calcio da quasi tre anni a questa parte, ricostruendo una società dal fallimento, a prezzo di ingenti sacrifici personali: si supereranno, infatti, i dieci milioni di euro in un triennio se l’attuale proprietario del Novara dovrà portare a termine da solo questa complicata stagione.

Intanto, entro la metà di dicembre, Ferranti sarà chiamato a sborsare 600 mila euro per pagare gli stipendi di settembre e ottobre. Ma il salasso economico è destinato ad aumentare se non entreranno investitori. Al momento il francese Alain Pedretti sembrerebbe il più lontano, nonostante solo due settimane fa a questa trattativa mancasse solo l’ufficialità, come annunciato da La Voce lo scorso 19 novembre, salvo poi il brusco passo indietro poche ore dopo da parte del club.

Resta aperta l’ipotesi che porta a Pietro Lo Monaco, deus ex machina del Catania ai tempi dei siciliani in serie A e B: un dirigente di grande esperienza, con trascorsi anche al Palermo, un nome che avrebbe maggiore gradimento da parte della piazza. Delusa da situazioni che restano sospese, o che evaporano come neve al sole, come la telenovela estiva con Naser Altamini, che a dire il vero non è mai parsa credibile. Come appare priva di basi solide la cordata capitanata dallo slavo con interessi in Svizzera Sasha Spasic, che rappresenterebbe un gruppo di investitori, tra i quali, sembra, ci sia Roberto Sorrentino, la scorsa stagione tornato in panchina nel Chieri (Serie D), il cui presidente era il figlio Stefano.

Nella realtà dei fatti nulla di concreto o con una solidità economica reale, credibile, certificata, sarebbe giunta al presidente Ferranti. Che pervaso da grande amarezza, non riesce a nascondere la propria delusione, per essere lasciato solo al capezzale del Novara. E’ pur vero che sapeva, quando ha assunto la massima carica, a cosa sarebbe andato incontro. Mentre invece, dalla marcia trionfale col campionato di Serie D vinto, il ritorno nel calcio professionistico, Ferranti col Novara ha provato pochissime gioie, tante delusioni, costi alle stelle, per un decimo posto e l’uscita al primo confronto nei play off la scorsa stagione. Tre mesi di sofferenze indicibili in quella attuale. Con un futuro che appare una grossa incognita, soprattutto se il presidente Massimo Ferranti dovesse decidere di lasciare. Ma a chi?



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