Novara FC, l’analisi dopo l’uscita dai play off: una stagione da dimenticare

Il tracollo di Verona con la Virtus ha chiuso definitivamente la deludente annata degli azzurri. Ma il futuro è tutto da...scoprire

Chi pensava che la sfida del primo turno dei play off di girone di giovedì sera al “Cavagnin Nocini” di Verona potesse rappresentare l’occasione di riscatto per i giocatori del Novara, è andato deluso.
Del resto solo chi ragiona col cuore, senza tenere conto dei verdetti del campionato, poteva illudersi che una squadra che troppe volte ha deluso, che anche quando ha vinto, spesso non ha legittimato con la prestazione il risultato, potesse improvvisamente mettersi alle spalle, la mancanza di gioco, di attributi, di coraggio, di ardore agonistico.

I numeri, che non mentono mai, avevano espresso a chiare lettere che nelle precedenti 39 gare ufficiali della stagione il Novara aveva collezionato più sconfitte: 17, che vittorie 15. Sedici ko in campionato, dei quali dieci in trasferta, che diventano undici contando l’eliminazione in Coppa Italia ad Alessandria (2-1), contro una squadra arrivata quart’ultima nel girone B, che disputa i play out contro i neopromossi toscani allenati dall’ex centrocampista del Novara Daniele Buzzegoli.

Il dodicesimo viaggio a vuoto in terra scaligera, contro la Virtus Verona, in una fredda e piovosa serata di metà maggio, che ha spento le residue speranze del Novara di essere protagonista nella post season.
Meglio così, è quanto affermano in parecchi sostenitori, perchè questa squadra non ha mai fatto breccia nel cuore dei tifosi azzurri, che, anzi, sono stati spesso troppo benevoli e tolleranti nei confronti di giocatori che sono transitati come l’acqua sul marmo, senza lasciare traccia.

BIG DELUDENTI
Soprattutto i presunti big, sia quelli arrivati la scorsa estate, su tutti Benalouane, Ciancio, Ranieri e Galuppini, per i quale è doveroso rammentare, ai difensori le troppe prestazioni insufficienti e i tanti gol presi, al centrocampista una regia mai veramente illuminata, all’attaccante che non basta andare in doppia cifra per giustificare il suo lauto ingaggio.
Il fallimentare mercato invernale, con giocatori datati anagraficamente, fermi da tempo, che non hanno inciso minimanente, i difensori Ariaudo, Illanes, Lazaar, il centrocampista Varone, le punte Margiotta e Spalluto, per il cavallo di ritorno Vutahj tre gol, ma evaporato, come molti altri, nel momento topico della stagione.

DIECI SENZA LODE
Il decimo posto finale era risaputo che non poteva rappresentare una posizione gradevole per la post season, infatti anche negli altri gironi le squadre arrivate al decimo posto sono state eliminate: il Rimini (girone B) dal Pontedera (2-1), la Juve Stabia (girone C) dall’Audace Cerignola (3-0), coi pugliesi neopromossi in C. La Pergolettese, undicesima nel girone A, malgrado un girone di ritorno con 29 punti, quattro più del Novara (25) è stata eliminata dal Padova (1-0), giunto a vele spiegate nel finale di stagione, quattro successi consecutivi, il quinto nella prima sfida play off. “Fuori” anche la Recanatese (girone B), giunta undicesima, ripescata al posto del Siena, marchigiani che hanno pareggiato in rimonta a Gubbio (1-1), ma eliminati per la peggior posizione in graduatoria rispetto agli umbri, quinti. Col pareggio (0-0), il Renate, ottavo, ha estromesso l’Arzignano, nono. Stesso discorso per l’Ancona (1-1) settima, con la Lucchese, ottava. L’unica squadra a vincere in trasferta (1-0) nel derby lucano a Picerno (sesto), passare il turno è stata il Potenza (nono). Pronostico confermato dal Monopoli (settimo) che ha vinto (1-0) sul Latina (ottavo).

QUALE FUTURO ?
Se lo chiedono in molti dopo un biennio oneroso per il presidente Massimo Ferranti. L’ingegnere romano non ha mai nascosto le proprie ambizioni, il doppio salto dalla Serie D alla Serie B. Ma, ancora una volta, il campo ha messo in risalto che senza programmazione non si va da nessuna parte. Lo dimostrano le recenti promozioni di Feralpisalò e Sudtirol, altoatesini alla prima esperienza in B nei play off.
I gardesani con una proprietà solidissima, da anni ai vertici della Lega Pro, vinta con budget di gran lunga inferiori a club come Vicenza, Pordenone, Cesena, Entella, Crotone, Pescara.

Il sodalizio bresciano salito per la prima volta nella sua storia in Serie B, quando quindici anni or sono era in Eccellenza. Ma sempre con lungimiranza, bilanci oculati, campionato di Serie C vinto col minutaggio dei giovani. Impartendo una lezione a chi pretende di volere tutto e subito. Perchè nel calcio, parole di un ds molto esperto: “servono soldi e idee, con poche idee e tanti soldi non si va da nessuna parte, ma con tante idee, e chiare, abbinate a soldi ben spesi, si può andare lontano, molto lontano”.

Nella Virtus Verona che ha rifilito tre gol al Novara ci sono giocatori che nella passata stagione giocavano in Eccellenza veneta nel Montecchio Maggiore come il difensore Raul Talarico (classe 2002) e l’attaccante Marco Casarotto (classe 1998) che aveva realizzato 28 gol contribuendo alla promozione in D. Il difensore Stefano Cella (classe 2001) che ha vinto la Serie D col Gozzano nel campionato 2020/21, il centrocampista Marco Ruggero (classe 2000) preso in D dai padovani della Luparense. Serve saper scegliere, ragazzi che hanno entusiasmo e voglia di emergere e sacrificarsi, non come affermava sempre l’esperto ds: “Capre che brucano l’ultima erba”. Ed il Novara, o meglio chi comanda nel Novara, dovrebbe capire che la lezione di questo annata da archiviare il più in fretta possibile, possa aiutare per programmare un futuro migliore, se poi sarà vincente o meno, questo è tutto da scoprire, nel calcio nessuno ha certezze assolute!

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Novara FC, l’analisi dopo l’uscita dai play off: una stagione da dimenticare

Il tracollo di Verona con la Virtus ha chiuso definitivamente la deludente annata degli azzurri. Ma il futuro è tutto da…scoprire

Chi pensava che la sfida del primo turno dei play off di girone di giovedì sera al “Cavagnin Nocini” di Verona potesse rappresentare l’occasione di riscatto per i giocatori del Novara, è andato deluso.
Del resto solo chi ragiona col cuore, senza tenere conto dei verdetti del campionato, poteva illudersi che una squadra che troppe volte ha deluso, che anche quando ha vinto, spesso non ha legittimato con la prestazione il risultato, potesse improvvisamente mettersi alle spalle, la mancanza di gioco, di attributi, di coraggio, di ardore agonistico.

I numeri, che non mentono mai, avevano espresso a chiare lettere che nelle precedenti 39 gare ufficiali della stagione il Novara aveva collezionato più sconfitte: 17, che vittorie 15. Sedici ko in campionato, dei quali dieci in trasferta, che diventano undici contando l’eliminazione in Coppa Italia ad Alessandria (2-1), contro una squadra arrivata quart’ultima nel girone B, che disputa i play out contro i neopromossi toscani allenati dall’ex centrocampista del Novara Daniele Buzzegoli.

Il dodicesimo viaggio a vuoto in terra scaligera, contro la Virtus Verona, in una fredda e piovosa serata di metà maggio, che ha spento le residue speranze del Novara di essere protagonista nella post season.
Meglio così, è quanto affermano in parecchi sostenitori, perchè questa squadra non ha mai fatto breccia nel cuore dei tifosi azzurri, che, anzi, sono stati spesso troppo benevoli e tolleranti nei confronti di giocatori che sono transitati come l’acqua sul marmo, senza lasciare traccia.

BIG DELUDENTI
Soprattutto i presunti big, sia quelli arrivati la scorsa estate, su tutti Benalouane, Ciancio, Ranieri e Galuppini, per i quale è doveroso rammentare, ai difensori le troppe prestazioni insufficienti e i tanti gol presi, al centrocampista una regia mai veramente illuminata, all’attaccante che non basta andare in doppia cifra per giustificare il suo lauto ingaggio.
Il fallimentare mercato invernale, con giocatori datati anagraficamente, fermi da tempo, che non hanno inciso minimanente, i difensori Ariaudo, Illanes, Lazaar, il centrocampista Varone, le punte Margiotta e Spalluto, per il cavallo di ritorno Vutahj tre gol, ma evaporato, come molti altri, nel momento topico della stagione.

DIECI SENZA LODE
Il decimo posto finale era risaputo che non poteva rappresentare una posizione gradevole per la post season, infatti anche negli altri gironi le squadre arrivate al decimo posto sono state eliminate: il Rimini (girone B) dal Pontedera (2-1), la Juve Stabia (girone C) dall’Audace Cerignola (3-0), coi pugliesi neopromossi in C. La Pergolettese, undicesima nel girone A, malgrado un girone di ritorno con 29 punti, quattro più del Novara (25) è stata eliminata dal Padova (1-0), giunto a vele spiegate nel finale di stagione, quattro successi consecutivi, il quinto nella prima sfida play off. “Fuori” anche la Recanatese (girone B), giunta undicesima, ripescata al posto del Siena, marchigiani che hanno pareggiato in rimonta a Gubbio (1-1), ma eliminati per la peggior posizione in graduatoria rispetto agli umbri, quinti. Col pareggio (0-0), il Renate, ottavo, ha estromesso l’Arzignano, nono. Stesso discorso per l’Ancona (1-1) settima, con la Lucchese, ottava. L’unica squadra a vincere in trasferta (1-0) nel derby lucano a Picerno (sesto), passare il turno è stata il Potenza (nono). Pronostico confermato dal Monopoli (settimo) che ha vinto (1-0) sul Latina (ottavo).

QUALE FUTURO ?
Se lo chiedono in molti dopo un biennio oneroso per il presidente Massimo Ferranti. L’ingegnere romano non ha mai nascosto le proprie ambizioni, il doppio salto dalla Serie D alla Serie B. Ma, ancora una volta, il campo ha messo in risalto che senza programmazione non si va da nessuna parte. Lo dimostrano le recenti promozioni di Feralpisalò e Sudtirol, altoatesini alla prima esperienza in B nei play off.
I gardesani con una proprietà solidissima, da anni ai vertici della Lega Pro, vinta con budget di gran lunga inferiori a club come Vicenza, Pordenone, Cesena, Entella, Crotone, Pescara.

Il sodalizio bresciano salito per la prima volta nella sua storia in Serie B, quando quindici anni or sono era in Eccellenza. Ma sempre con lungimiranza, bilanci oculati, campionato di Serie C vinto col minutaggio dei giovani. Impartendo una lezione a chi pretende di volere tutto e subito. Perchè nel calcio, parole di un ds molto esperto: “servono soldi e idee, con poche idee e tanti soldi non si va da nessuna parte, ma con tante idee, e chiare, abbinate a soldi ben spesi, si può andare lontano, molto lontano”.

Nella Virtus Verona che ha rifilito tre gol al Novara ci sono giocatori che nella passata stagione giocavano in Eccellenza veneta nel Montecchio Maggiore come il difensore Raul Talarico (classe 2002) e l’attaccante Marco Casarotto (classe 1998) che aveva realizzato 28 gol contribuendo alla promozione in D. Il difensore Stefano Cella (classe 2001) che ha vinto la Serie D col Gozzano nel campionato 2020/21, il centrocampista Marco Ruggero (classe 2000) preso in D dai padovani della Luparense. Serve saper scegliere, ragazzi che hanno entusiasmo e voglia di emergere e sacrificarsi, non come affermava sempre l’esperto ds: “Capre che brucano l’ultima erba”. Ed il Novara, o meglio chi comanda nel Novara, dovrebbe capire che la lezione di questo annata da archiviare il più in fretta possibile, possa aiutare per programmare un futuro migliore, se poi sarà vincente o meno, questo è tutto da scoprire, nel calcio nessuno ha certezze assolute!

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