Novara, Pavanati: “Abbiamo peccato di inesperienza, ma confido nel lieto fine”

Il neo patron azzurro svela i motivi dell’iscrizione respinta alla serie C ma si dice sereno e positivo.

Non è una questione di fatto ma di metodo: quello che era trapelato nelle drammatiche ore che hanno portato alla decisione della Covisoc di respingere (almeno per ora) l’iscrizione del Novara alla serie C trova conferme nelle parole di Leonardo Pavanati, “patron” e Presidente del club azzurro da poche settimane e già alle prese con una “patata bollente”. “E’ un momento delicato – spiega – per noi come per il club e la città e ci tengo a porgere le mie scuse pubbliche a tifosi, novaresi e istituzioni per quanto stanno vivendo in questi giorni. Ci tengo a dire che abbiamo peccato di inesperienza ma che siamo in totale buonafede e, soprattutto, che abbiamo onorato tutti gli impegni richiesti per l’iscrizione al campionato”.

Ecco, dunque, il punto: i pagamenti sono stati effettuati. Tanto degli stipendi ai tesserati e ai dipendenti, tanto di quelli che erano i debiti in essere con l’erario. Perché l’iscrizione è stata respinta? Come detto, è una questione di metodo: per saldare le cifre a debito con l’erario ci si è avvalsi di un contratto di compensazione in surrogazione dei debiti con onere a carico di altre imprese dello stesso Pavanati e del suo gruppo. Un meccanismo tranquillamente accettato in ambito industriale ed erariale, tanto che lo stesso club ha ottenuto regolari ricevute di pagamento dall’Agenzia delle Entrate. Il debito con l’erario, insomma, non esiste più in quanto regolarmente estinto. Peccato, però, che per l’ordinamento sportivo questo tipo di pagamento non sarebbe accettabile per garantire l’iscrizione al campionato di un club professionistico. Da qui il nocciolo della questione, che non è risolvibile in altro modo se non con l’accettazione da parte della Covisoc delle spiegazioni fornite dal club relative alla validità del processo seguito. Diversamente, per il Novara si spalancherà il baratro dell’esclusione dai campionati professionistici, per la prima volta in 113 anni di storia. “Confidiamo che tutto si possa risolvere semplicemente andando a spiegare e giustificare in dettaglio quanto fatto – prosegue Pavanati – anche perché l’interesse del club e quello della Covisoc certamente collimano. Nessuno è contro il Novara calcio, nessuno vuole negare l’iscrizione a un club che ha onorato i propri impegni. Probabilmente avremmo dovuto spiegare già prima, al momento dell’iscrizione, quello che avevamo fatto… e saremmo già a posto. Stiamo preparando il ricorso (va presentato entro martedì, con decisione del Consiglio Federale prevista per giovedì 13, ndg), ci siamo affidati all’avvocato Cesare Di Cintio, persona di grande esperienza e che mi ha dato l’idea di avere a cuore le sorti del Novara calcio almeno quanto noi. Dopo essermi confrontato con lui, riconosco che mi sono potuto un po’ rasserenare. Potremo aver peccato di inesperienza, ma abbiamo pagato tutto… e per questo mi aspetto che tutto vada per il meglio”.

Su quali siano i motivi che hanno portato alla decisione della Covisoc, Pavanati sceglie la via della trasparenza totale, tanto da snocciolare senza problemi le cifre in ballo: “Abbiamo pagato oltre 900 mila euro per sanare le pendenze relative a pagamenti verso i dipendenti e i tesserati, più 1,4 milioni per sanare le pendenze con l’erario. Addirittura, abbiamo pagato 600 mila euro più del dovuto. Questo perché non ho ancora accesso al cassetto fiscale, cosa dovuta al fatto che la mia figura non risulti ancora quale legale rappresentante del club presso la Camera di Commercio. Così ci siamo trovati nell’assurdo di pagare, per stare tranquilli, anche più del dovuto. Poi questa sorpresa… ma come detto, mi auguro sia solo un piccolo incidente di percorso, anche perché noi stiamo andando avanti”.

Tradotto, si lavora all’individuazione di direttore sportivo e allenatore e con l’organizzazione della stagione. Per il mercato c’è tempo, anche in considerazione del fatto che il club può partire da una base di 20 calciatori tesserati su cui fare affidamento. Nei giorni più neri per il club azzurro, intanto, arriva anche un’altra brutta notizia: il novarese Riccardo Collodel, il cui contratto con il club è scaduto da 10 giorni, si è accordato con la Cremonese e proseguirà la propria carriera con il club grigiorosso, in serie B.

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Novara, Pavanati: “Abbiamo peccato di inesperienza, ma confido nel lieto fine”

Il neo patron azzurro svela i motivi dell’iscrizione respinta alla serie C ma si dice sereno e positivo.

Non è una questione di fatto ma di metodo: quello che era trapelato nelle drammatiche ore che hanno portato alla decisione della Covisoc di respingere (almeno per ora) l’iscrizione del Novara alla serie C trova conferme nelle parole di Leonardo Pavanati, “patron” e Presidente del club azzurro da poche settimane e già alle prese con una “patata bollente”. “E’ un momento delicato – spiega – per noi come per il club e la città e ci tengo a porgere le mie scuse pubbliche a tifosi, novaresi e istituzioni per quanto stanno vivendo in questi giorni. Ci tengo a dire che abbiamo peccato di inesperienza ma che siamo in totale buonafede e, soprattutto, che abbiamo onorato tutti gli impegni richiesti per l’iscrizione al campionato”.

Ecco, dunque, il punto: i pagamenti sono stati effettuati. Tanto degli stipendi ai tesserati e ai dipendenti, tanto di quelli che erano i debiti in essere con l’erario. Perché l’iscrizione è stata respinta? Come detto, è una questione di metodo: per saldare le cifre a debito con l’erario ci si è avvalsi di un contratto di compensazione in surrogazione dei debiti con onere a carico di altre imprese dello stesso Pavanati e del suo gruppo. Un meccanismo tranquillamente accettato in ambito industriale ed erariale, tanto che lo stesso club ha ottenuto regolari ricevute di pagamento dall’Agenzia delle Entrate. Il debito con l’erario, insomma, non esiste più in quanto regolarmente estinto. Peccato, però, che per l’ordinamento sportivo questo tipo di pagamento non sarebbe accettabile per garantire l’iscrizione al campionato di un club professionistico. Da qui il nocciolo della questione, che non è risolvibile in altro modo se non con l’accettazione da parte della Covisoc delle spiegazioni fornite dal club relative alla validità del processo seguito. Diversamente, per il Novara si spalancherà il baratro dell’esclusione dai campionati professionistici, per la prima volta in 113 anni di storia. “Confidiamo che tutto si possa risolvere semplicemente andando a spiegare e giustificare in dettaglio quanto fatto – prosegue Pavanati – anche perché l’interesse del club e quello della Covisoc certamente collimano. Nessuno è contro il Novara calcio, nessuno vuole negare l’iscrizione a un club che ha onorato i propri impegni. Probabilmente avremmo dovuto spiegare già prima, al momento dell’iscrizione, quello che avevamo fatto… e saremmo già a posto. Stiamo preparando il ricorso (va presentato entro martedì, con decisione del Consiglio Federale prevista per giovedì 13, ndg), ci siamo affidati all’avvocato Cesare Di Cintio, persona di grande esperienza e che mi ha dato l’idea di avere a cuore le sorti del Novara calcio almeno quanto noi. Dopo essermi confrontato con lui, riconosco che mi sono potuto un po’ rasserenare. Potremo aver peccato di inesperienza, ma abbiamo pagato tutto… e per questo mi aspetto che tutto vada per il meglio”.

Su quali siano i motivi che hanno portato alla decisione della Covisoc, Pavanati sceglie la via della trasparenza totale, tanto da snocciolare senza problemi le cifre in ballo: “Abbiamo pagato oltre 900 mila euro per sanare le pendenze relative a pagamenti verso i dipendenti e i tesserati, più 1,4 milioni per sanare le pendenze con l’erario. Addirittura, abbiamo pagato 600 mila euro più del dovuto. Questo perché non ho ancora accesso al cassetto fiscale, cosa dovuta al fatto che la mia figura non risulti ancora quale legale rappresentante del club presso la Camera di Commercio. Così ci siamo trovati nell’assurdo di pagare, per stare tranquilli, anche più del dovuto. Poi questa sorpresa… ma come detto, mi auguro sia solo un piccolo incidente di percorso, anche perché noi stiamo andando avanti”.

Tradotto, si lavora all’individuazione di direttore sportivo e allenatore e con l’organizzazione della stagione. Per il mercato c’è tempo, anche in considerazione del fatto che il club può partire da una base di 20 calciatori tesserati su cui fare affidamento. Nei giorni più neri per il club azzurro, intanto, arriva anche un’altra brutta notizia: il novarese Riccardo Collodel, il cui contratto con il club è scaduto da 10 giorni, si è accordato con la Cremonese e proseguirà la propria carriera con il club grigiorosso, in serie B.

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