Novara, quale futuro per il club?

Regna l’incertezza in casa Novara: proprio quando la squadra ha ritrovato fiducia, anima e gioco – e di conseguenza risultati – ecco che il futuro del club ha ripreso a essere in discussione. I fatti di cronaca in cui è stato coinvolto l’oramai ex presidente Cianci sembrerebbero aver dato la spinta decisiva al patron Rullo per arrivare alla cessione. Una vera e propria “inversione a U” dopo i ripetuti proclami degli scorsi mesi, quando nel respingere l’assalto (ma sarà davvero stato tale? I dubbi a distanza di mesi, permangono) della cordata estiva e nel programmare la nuova stagione, Rullo ha più volte ribadito la propria volontà di proseguire il proprio progetto e continuare a investire, con ambizioni importanti, nel club.

Eppure è bastata l’apertura di Rullo a far comparire da ogni angolo del globo pretendenti interessati a rilevare il club. Che si tratti di “mecenati” pronti a rilanciare una piazza storica del calcio italiano, magari sfruttando una serie di congiunture favorevoli (a partire dal fatto che se un bene è ufficialmente in vendita, ha un prezzo anche trattabile… situazione assolutamente diversa da quella estiva, dunque) o di avventurieri con poche garanzie e poca “forza” ma desiderosi di inseguire facile visibilità nel mondo dello sport, questo lo dirà il tempo. Ammesso che poi una di queste trattative vada effettivamente in porto.

Il condizionale resta d’obbligo, perché se qualche giorno fa sembrava questione di ore la chiusura dell’affare con l’imprenditore toscano Pavanati, la pista sembrerebbe ora essersi raffreddata mentre proprio alla nostra testata lo stesso Rullo aveva parlato di una chiusura dell’affare entro fine mese. Così sono entrate in gioco una cordata americana che farebbe capo a un immobiliarista italiano già in passato attivo nel mondo del calcio e una cordata a “trazione romana”.

La certezza, al momento, è una sola: nonostante le “grandi manovre” a regia politico-istituzionale, all’appello manca una cordata di imprenditori locali. Non una sorpresa, per tanti motivi. Innanzitutto per l’impegno che la conduzione di un club di calcio potrebbe comportare (anche rispetto ad altri sport), in secondo luogo perché pare evidente che la condizione in cui oggi si potrebbe rilevare il Novara Calcio non è certo la migliore possibile. Tra le problematiche di carattere tecnico (si tratta di un club in lotta per non retrocedere tra i dilettanti) e quelle di carattere economico (la struttura del club, sovradimensionata con l’approdo in serie A e la lunga permanenza in B, è oggi difficilmente sostenibile in categoria). Così, sebbene in molti abbiano confermato la possibilità a sponsorizzare, nessuno degli imprenditori locali ha dato disponibilità a un impegno maggiore.

Così, la domanda che sporge spontanea e doverosa è un’altra: Novara è pronta ad accogliere un investitore esterno? O la reazione sarà la solita, tendenzialmente di chiusura e diffidenza, che ha circondato diverse figure che hanno scelto in passato Novara per i propri investimenti di carattere sportivo? Rullo è stato l’ultimo esempio ma prima di lui anche la famiglia De Salvo, prima di imporsi con la serietà e i risultati, ha dovuto fare i conti con la diffidenza di quello che è una sorta di “ancien regime” locale e passando ad altri sport (basket e pallavolo, per esempio) la storia è stata la stessa.

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Novara, quale futuro per il club?

Regna l’incertezza in casa Novara: proprio quando la squadra ha ritrovato fiducia, anima e gioco – e di conseguenza risultati – ecco che il futuro del club ha ripreso a essere in discussione. I fatti di cronaca in cui è stato coinvolto l’oramai ex presidente Cianci sembrerebbero aver dato la spinta decisiva al patron Rullo per arrivare alla cessione. Una vera e propria “inversione a U” dopo i ripetuti proclami degli scorsi mesi, quando nel respingere l’assalto (ma sarà davvero stato tale? I dubbi a distanza di mesi, permangono) della cordata estiva e nel programmare la nuova stagione, Rullo ha più volte ribadito la propria volontà di proseguire il proprio progetto e continuare a investire, con ambizioni importanti, nel club.

Eppure è bastata l’apertura di Rullo a far comparire da ogni angolo del globo pretendenti interessati a rilevare il club. Che si tratti di “mecenati” pronti a rilanciare una piazza storica del calcio italiano, magari sfruttando una serie di congiunture favorevoli (a partire dal fatto che se un bene è ufficialmente in vendita, ha un prezzo anche trattabile… situazione assolutamente diversa da quella estiva, dunque) o di avventurieri con poche garanzie e poca “forza” ma desiderosi di inseguire facile visibilità nel mondo dello sport, questo lo dirà il tempo. Ammesso che poi una di queste trattative vada effettivamente in porto.

Il condizionale resta d’obbligo, perché se qualche giorno fa sembrava questione di ore la chiusura dell’affare con l’imprenditore toscano Pavanati, la pista sembrerebbe ora essersi raffreddata mentre proprio alla nostra testata lo stesso Rullo aveva parlato di una chiusura dell’affare entro fine mese. Così sono entrate in gioco una cordata americana che farebbe capo a un immobiliarista italiano già in passato attivo nel mondo del calcio e una cordata a “trazione romana”.

La certezza, al momento, è una sola: nonostante le “grandi manovre” a regia politico-istituzionale, all’appello manca una cordata di imprenditori locali. Non una sorpresa, per tanti motivi. Innanzitutto per l’impegno che la conduzione di un club di calcio potrebbe comportare (anche rispetto ad altri sport), in secondo luogo perché pare evidente che la condizione in cui oggi si potrebbe rilevare il Novara Calcio non è certo la migliore possibile. Tra le problematiche di carattere tecnico (si tratta di un club in lotta per non retrocedere tra i dilettanti) e quelle di carattere economico (la struttura del club, sovradimensionata con l’approdo in serie A e la lunga permanenza in B, è oggi difficilmente sostenibile in categoria). Così, sebbene in molti abbiano confermato la possibilità a sponsorizzare, nessuno degli imprenditori locali ha dato disponibilità a un impegno maggiore.

Così, la domanda che sporge spontanea e doverosa è un’altra: Novara è pronta ad accogliere un investitore esterno? O la reazione sarà la solita, tendenzialmente di chiusura e diffidenza, che ha circondato diverse figure che hanno scelto in passato Novara per i propri investimenti di carattere sportivo? Rullo è stato l’ultimo esempio ma prima di lui anche la famiglia De Salvo, prima di imporsi con la serietà e i risultati, ha dovuto fare i conti con la diffidenza di quello che è una sorta di “ancien regime” locale e passando ad altri sport (basket e pallavolo, per esempio) la storia è stata la stessa.

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