Nuovo record di apnea lineare per due atleti del Team NovarApnea

Barbara Arinci ed Emiliano Scaburri hanno raggiunto l'obiettivo domenica 8 agosto a Belgirate

Hanno tentato di battere il record e ce l’hanno fatta. Grande impresa di Barbara Arinci ed Emiliano Scaburri che domenica 8 agosto, a Belgirate, hanno stabilito un nuovo record di apnea lineare. I due atleti del Team NovarApnea del Primo Club Lacustre Sommozzatori di Novara si sono immersi nelle acque del Lago Maggiore e, a due metri di profondità, guidati da un cavo, hanno percorso oltre 120 metri con le pinne.

Barbara Arinci ha superato il precedente record, detenuto da Livia Bregonzio, di 118 metri, pinneggiando con un solo respiro per ben 121,40 metri sotto la superficie, mentre Emiliano Scaburri ha nuotato per 124,40 metri, battendo il record che lui stesso deteneva di 118,96 metri.

«Non è stata una sfida facile, perchè le condizioni del lago sono molto diverse da quelle di una piscina – ha spiegato Emiliano Scaburri -. In particolare il Lago Maggiore è soggetto a correnti. Bisogna anche tenere conto della scarsa visibilità e della temperatura dell’acqua, che influenzano molto la prova».

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Barbara Arinci ed Emiliano Scaburri hanno raggiunto l’obiettivo domenica 8 agosto a Belgirate

Hanno tentato di battere il record e ce l'hanno fatta. Grande impresa di Barbara Arinci ed Emiliano Scaburri che domenica 8 agosto, a Belgirate, hanno stabilito un nuovo record di apnea lineare. I due atleti del Team NovarApnea del Primo Club Lacustre Sommozzatori di Novara si sono immersi nelle acque del Lago Maggiore e, a due metri di profondità, guidati da un cavo, hanno percorso oltre 120 metri con le pinne.

Barbara Arinci ha superato il precedente record, detenuto da Livia Bregonzio, di 118 metri, pinneggiando con un solo respiro per ben 121,40 metri sotto la superficie, mentre Emiliano Scaburri ha nuotato per 124,40 metri, battendo il record che lui stesso deteneva di 118,96 metri.

«Non è stata una sfida facile, perchè le condizioni del lago sono molto diverse da quelle di una piscina - ha spiegato Emiliano Scaburri -. In particolare il Lago Maggiore è soggetto a correnti. Bisogna anche tenere conto della scarsa visibilità e della temperatura dell'acqua, che influenzano molto la prova».

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