Era in macchina e stava andando a Parma a casa del suo fidanzato, Tobia Bocchi, collega ma lui specialista nel salto triplo, quando ha ricevuto la comunicazione: «Ho visto “Linda” nero su bianco, ho fatto lo screenshot e ho inviato il messaggio a tutti!» dice ridendo. La novarese Linda Olivieri è una delle 35 donne di atletica che saranno protagoniste alle Olimpiadi di Tokyo, per lei la sua specialità 400 ostacoli. «Sapevo già di essere stata convocata in questi ultimi giorni, ma finché non avrei visto il mio nome non sarei stata tranquilla, – dice l’atleta – sono felicissima, ma di una felicità che non si riesce a descrivere, io stessa ancora non ho del tutto realizzato, mi sento quasi incredula». Per la novarese cresciuta nelle file del Team Atletico Mercurio è «un gigantesco inizio, – racconta – continuo il mio percorso iniziato con gli Europei a Berlino nel 2018. Mi sono allenata tantissimo per conquistare la convocazione, non avrei potuto fare di più, ho dato tutto. Mi sento l’esempio di una persona che se ci crede fino alla fine ce la fa».
Cosa aspettarsi a livello sportivo? «Essere alle Olimpiadi a 22, anzi saranno poi 23 anni, è un sogno. E’ normale che ora ci sia un pochino di tensione, ma se prima il mio obiettivo era arrivare a Tokyo, ora penso che sono molto carica e convinta di voler fare bene». La batteria in cui gareggerà Linda sarà il 31 luglio e lei partirà per il Giappone il 23 da 23enne (compleanno 14 luglio).
Nel palmares della novarese c’è tanto, ma come ha accennato, le Olimpiadi sono le Olimpiadi: «E’ stato un qualcosa di sudato davvero e tanto sperato, ho lavorato per questo, è stato diverso rispetto a tutte le altre gare, – racconta – quando ho gareggiato a Berlino ci speravo, ma mai con così tanta passione e tanto ardore, non l’ho mai sudata come quest’anno». Un periodo difficile, ma condiviso con una persona speciale, Tobia, il suo fidanzato, anche lui intento a preparare le valigie per Tokyo per gareggiare nel salto triplo: «Ci siamo supportati e sopportati, la mia ansia è stata tamponata dalla sua presenza. E’ stato un periodo difficile perché entrambi sognavamo di partire, allo stesso tempo c’era un po’ di timore al pensiero che uno dei due non ce l’avrebbe fatta e avremmo dovuto gestire diversamente la felicità, invece no. Abbiamo sperato entrambi e vivremo insieme questa meravigliosa esperienza».