«Non vantiamo atleti di interesse nazionale, speriamo presto di poter riutilizzare il campo sportivo, ma nell’attesa meno male che c’è il parco del Ticino». Sembra proprio così, lunedì 4 maggio sarà di nuovo concessa l’attività motoria, senza più i 200 metri massimi di distanza da casa. Ma in assoluta “solitudine”. «Naturalmente non faremo aggregazione nel parco, ognuno correrà per sé, ma è sicuramente un luogo adatto in attesa di riprendere davvero, – dice Rino Barricella dell’atletica Marathon Bellinzago – è nostra intenzione naturalmente rispettare le regole, come abbiamo sempre fatto, anche se per settimane siamo stati maltrattati e considerati untori. Qualcuno di noi non corre da 50 giorni, qualcuno si è allenato secondo tabelle create apposta, nessuno è andato contro il decreto, la caccia alle streghe nei confronti dei runner è stata sbagliata».
Sono tante le società sportive del novarese al lavoro per organizzarsi, ma anche soprattutto capire qualcosa di più su quello che si potrà effettivamente fare. «L’argomento è delicato, – dice Stefano xxx del Team Atletico Mercurio – con la Fidal stiamo lavorando per capire la formula di lavoro che potremo applicare. Al momento si può tornare a lavorare all’aperto, al campo dobbiamo comprendere a fondo. I ragazzi hanno naturalmente voglia di riprendere, sarà in ogni caso un percorso graduale perché il corpo ha risentito di questo stop o di un allenamento fatto in casa che non come lavorare con intensità in pista. Adotteremo il modo ritenuto corretto».
Manuel Da Costa dell’Atletica Trecate è contento perché «intanto si può iniziare a uscire, lo faremo da soli almeno ancora per due settimane, poi vedremo se le regole ci consentiranno di riprendere le nostre corse in gruppo. Ci siamo comunque tenuti in contatto, qualcuno ha preferito stare fermo, qualcuno ha lavorato, come me, in casa. Ma siamo pronti per tornare sulla strada».
I podisti di Novara che corre sono ai blocchi di partenza: «Non sarà come fare una maratona, non sarà come quando corriamo tutti insieme perché a noi piace così, non sarà la stessa cosa senza gare, ma siamo felici di tornare a correre, – dice il presidente Andrea Squeo – non vediamo l’ora di poter fare di nuovo gruppo, ma da lunedì correremo, cerando magari anche di farlo “insieme” a distanza. Aspettiamo tutti i il 4 maggio anche solo per respirare quella bella sensazione di libertà. Durante la quarantena? Ci siamo sentiti e allenati da casa». E il gruppo ha fatto anche beneficenza: «Abbiamo organizzato una corsa domenicale simbolica con un pettorale realizzato dai propri bambini e il “costo” del pettorale è stato donato a Protezione civile».
Nel mondo della corsa ci sono poi quelle associazioni più piccole che hanno da sempre legato l’aspetto sportivo a quello solidale: «E’ un colpo al cuore doppio, – dice Florilde Miglio dei Bellirun Bellinzago – da un lato c’era la gioia ogni volta di organizzare qualcosa di bello in grado di radunare anche centinaia di persone accomunate da una stessa passione, dall’altro la felicità di poter donare qualcosa a qualcuno. Sarà dura ora, noi non abbiamo allenamenti da riprendere, c’è grande confusione per gli atleti di interesse nazionale, figuriamo per le realtà più piccole. Non sappiamo quando torneremo a organizzare qualcosa, pensiamo già solo alla nostra Bellirun che conta solitamente 700 persone. Al momento non riusciamo neanche a immaginare come potranno essere le gare un domani».
Attesa anche per le società di atletica: «Siamo in attesa, – dicono dal Gao Oleggio – non siamo una società con atleti professionisti, è il sindaco che deve darci il permesso di poter riaprire l’impianto, chiederemo lunedì».