Un altro tabù nel mondo dello sport è caduto. Una novità attesa da tempo. Oggi pomeriggio – domenica 2 ottobre – per la prima volta una partita del massimo campionato italiano di calcio sarà diretto da una donna. L’evento andrà in scena al “Mapei Stadium” di Reggio Emilia per l’incontro Sassuolo – Salernitana. Protagonista sarà Maria Sole Caputi Ferrieri, trentaduenne livornese, una carriera iniziata a 16 anni e poi proseguita attraverso tutti i gradini della piramide calcistica italiana sino al suo inserimento, dall’inizio della corrente stagione, nei quadri della Can (Commissione arbitri nazionale) di A e quindi in predicato di essere chiamata ad arbitrare le gare di uno dei cinque tornei più importanti europei.
Una novità che contribuirà a sconfiggere in maniera forse definitiva uno degli stereotipi più duri a morire, come quello dal sapore discriminatorio che continua a considerare il calcio non adatto alle donne. Anzi, «così come il football femminile sta facendo registrare una crescita grazie anche a una maggiore visibilità in televisione in occasione di alcune partite delle azzurre, al tempo stesso l’esempio di Maria Sole diventi un volano che possa avvicinare tante ragazze a quel mondo parallelo rappresentato dal cronometro e dal fischietto».
A parlare è Andrea Riccardi, presidente della sezione novarese (nella foto) dell’Aia (Associazione arbitri italiana) recentemente intitolata a Sergio De Marchi, figura conosciutissima a livello nazionale, che negli anni ’80 riuscì ad approdare fino alla serie B: «Purtroppo – ci ha spiegato – per essere la seconda città del Piemonte la nostra realtà è decisamente piccola. Abbiamo un centinaio di iscritti, speriamo di arrivare a centocinquanta dopo il corso in programma nel prossimo mese di novembre. Al momento la nostra “punta” è rappresenta da Michele Giordano, nei quadri della Can C. Certo, sarebbe bello crescere, sperando che uno dei nostri iscritti possa raggiungere i massimi livelli e ripetere le gesta di Rinaldo Barlassina, arbitro novarese che negli anni ’30 del secolo scorso fu considerato uno dei migliori direttori di gara al mondo».
Domanda scontata: donne arbitro (il termine “arbitra” è detestato da tante, a cominciare proprio da Maria Sole) novaresi ci sono? «In passato qualcuna è riuscita ad arrivare nel campionato di Eccellenza (massima categoria dilettantistica regionale, ndr), poi abbiamo pagato anche noi due stagioni penalizzate dal Covid. Oggi abbiamo in organico due ragazze, ma tutta la nostra sezione merita un deciso rilancio. Speriamo davvero che l’esempio della ragazza toscana contribuisca ad avvicinarne altre. Spazi ce ne sono, ci vuole sacrificio e tanta passione».
Come detto, sotto lo slogan “Senza di noi non c’é partita!”, a novembre partirà un nuovo corso per arbitri aperto a ragazzi e ragazze dall’età compresa fra i 14 e i 40 anni («Prima si comincia, migliori possibilità si hanno per fare carriera»). La sede Aia di Novara è in via Pietro Generali 23. Informazioni si potranno avere scrivendo a novara@aia-figc.it o consultando il sito aianovara.it e le pagine social.