Scuola di nuoto paralimpica a Novara: sarà presto realtà grazie all’Ashd

Una vera scuola di nuoto paralimpica. E’ un sogno che è a un passo dal diventare realtà, bloccato al momento solo dall’emergenza sanitaria. Non vede l’ora di poterla inaugurare davvero l’Ashd Novara, che da sempre accoglie atleti con disabilità fornendo loro i mezzi migliori per allenarsi in numerose discipline.

Con la scuola nuoto paralimpica la società punta a una strutturazione più consistente. «Lo scorso anno i nostri Max Moretto e Serenna Ghezzi hanno frequentato un corso per diventare tecnici specializzati nella disciplina, – dice il presidente Antonello Brustia – eravamo pronti a settembre, il Covid ha rallentato tutto. Ma siamo ancora pronti e non appena la situazione migliorerà partiremo».

Al momento infatti la piscina del Terdoppio, come da decreto, è aperta soltanto agli atleti di interesse nazionale. «Con la scuola potremo offrire corsi specifici a tutte le età e accogliere tanti giovanissimi che possono allenarsi per divertimento e anche, perché no, per diventare competitivi».

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Scuola di nuoto paralimpica a Novara: sarà presto realtà grazie all’Ashd

Una vera scuola di nuoto paralimpica. E’ un sogno che è a un passo dal diventare realtà, bloccato al momento solo dall’emergenza sanitaria. Non vede l’ora di poterla inaugurare davvero l’Ashd Novara, che da sempre accoglie atleti con disabilità fornendo loro i mezzi migliori per allenarsi in numerose discipline.

Con la scuola nuoto paralimpica la società punta a una strutturazione più consistente. «Lo scorso anno i nostri Max Moretto e Serenna Ghezzi hanno frequentato un corso per diventare tecnici specializzati nella disciplina, – dice il presidente Antonello Brustia – eravamo pronti a settembre, il Covid ha rallentato tutto. Ma siamo ancora pronti e non appena la situazione migliorerà partiremo».

Al momento infatti la piscina del Terdoppio, come da decreto, è aperta soltanto agli atleti di interesse nazionale. «Con la scuola potremo offrire corsi specifici a tutte le età e accogliere tanti giovanissimi che possono allenarsi per divertimento e anche, perché no, per diventare competitivi».

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