Pietro Lo Monaco: «Piena fiducia in Gattuso, vogliamo i playoff. Deluso dai pochi abbonamenti»

Il dg del Novara Football Club parla a ruota libera evidenziando di non voler deflettere dal suo modus operandi

Parlare di crisi dopo tre turni di campionato e due partite di Coppa Italia, la seconda persa al “Piola” col Milan Futuro, alla prima esperienza in Serie C, può apparire esagerato. Ma proprio per mettere in risalto quanto è stato fatto dall’arrivo della nuova governance al Novara, evidenziare i programmi futuri, far capire la serietà del progetto, rassicurare i tifosi sui risultati, per adesso, inferiori alle attese, che il direttore generale Pietro Lo Monaco ha deciso di parlare a ruota libera sugli azzurri, con un monologo nella sala stampa dello stadio “Piola”, che evidenzia come lo scafato manager siciliano non intende deflettere dal suo modus operandi, ma creda con tutto se stesso che l’avventura novarese sia ricca di soddisfazioni e che abbia una durata ampia. «Puntualizzare una cosa importante: silenzio stampa non è una forma di disappunto verso chi scrive, ma per indurre tutti i protagonisti a concentrarsi sul calcio e raccogliersi sulla partita. Sono qui per fare il punto della situazione, avremmo dovuto farlo all’indomani della chiusura del mercato. Non lo abbiamo fatto perché ero squalificato fino a qualche giorno fa. È un normale punto, avrei dovuto farlo prima».

Come diceva Socrate “Una vita senza esami non vale la pena di essere vissuta”, e Lo Monaco che sembra aver vissuto più vite, col carisma e la personalità che tutti gli riconoscono, dimostra di conoscere perfettamente il modo di porsi, con sicurezza e senza tradire emozioni evidenzia: «Abbiamo preso la società, il Novara in situazione estremo disagio. Siamo riusciti a mantenere la categoria, abbiamo detto che volevamo continuare un progetto che si è disegnato nella propria testa alzando quest’anno un pochino asticella, cioè invece di guardare parte bassa della classifica anche se adesso lo stiamo facendo, vorremmo strizzare l’occhiolino a quella alta. Puntare ai playoff. Per farlo 10 operazioni in entrata, diverse in uscita. Rosa di 23 giocatori di un certo livello, in più 5 ragazzi di età 2004-5-6-7. Oggi 28 calciatori. Abbiamo iniziato a dare un occhio al settore giovanile con 5 squadre, ci vuole tempo. Lo sappiamo ma abbiamo cominciato a lavorare. Per fare una buona squadra per obiettivi di un ceto tipo e settore giovanile di un certo spessore. Ci tengo a specificare che il budget non è al livello della Triestina, il nostro è normale per la C. Cercheremo di fare il meglio rispettandolo».

Il discorso, inevitabilmente, verte anche sulla parte iniziale del campionato, che vede il Novara con un solo punto dopo le prime tre giornate, ancora alla ricerca del primo gol. Lo Monaco, su questo fatto non riesce a nascondere che era lecito attendersi risultati migliori: «Molto francamente nemmeno io mi aspettavo una partenza a rilento. Ma sono talmente tanti gli anni che faccio calcio che non mi meraviglio di nulla. Al di là della partita con Atalanta, ciccata, le gare vivono di episodi che indirizzano il risultato: anche la abbiamo avuto occasioni. Con la Virtus ho visto grandissimo primo tempo, squadra equilibratissima, ha impostato e creato occasioni. Poi succede che da rigore per noi si passa a uno dubbio per loro. Rispetto gli arbitri, ma mi sembra che conduzione è stata fortemente penalizzante senza voler offendere nessuno. Se no poi come la prima volta, gli arbitri si sono risentiti. Su Agyemang ci poteva stare. Episodi. Quando gare sono così equilibrate, gli episodi le decidono. Ne prendiamo atto senza distrarci dal nostro obiettivo».

Avvio ad handicap, fortunatamente il tempo per rimediare non manca, ci sono ancora 35 partite, 115 punti in palio, nel prossimo trittico (tutte le gare alle 20.45), però, è fondamentale invertire il trend negativo: nel posticipo di lunedì al “Piola” col Lecco (una delle retrocesse dalla B), poi due derby, venerdì 20 settembre allo Speroni” di Busto Arsizio con la Pro Patria quello del Ticino, martedì 24 settembre al “Piola” quello del Sesia e delle risaie con la Pro Vercelli. «Una partenza un pò così, problemi ci sono dappertutto e sono fatti per essere affrontati e superati. Vedo in giro preoccupazione immotivata. Su questo organico crediamo. Vecchio detto che cavalli si vedono sul filo di lana, noi andiamo avanti senza farci influenzare con la consapevolezza di essere una buona squadra. Aspettiamo Jelenic, Ganz, Ranieri, che è stato un po’ a corrente alternata per un problema muscolare. Abbiamo dovuto rinunciare a Lorenzini, questioni che fanno parte del quotidiano. Bisogna evitare scoramenti perché non portano a niente. Dobbiamo essere consapevoli di quello che siamo».

Inevitabile toccare il tasto, dolente, degli abbonamenti, dove ancora una volta Lo Monaco dimostra di avere le idee ben chiare, mettendo in risalto il pensiero della proprietà che per consentire al Novara di partecipare ad un campionato professionistico deve fare investire cifre notevoli: «Delusione estrema, se elimino le tessere omaggio-sponsor 7-800 abbonati. Non sono numeri da squadra che vuole essere competitiva. Ma rispetto. Falso problema dell’aumento, una tavoletta. Più dal parlare che dalla realtà delle cose, era inesistente anno scorso. Era stato praticamente regalato, si faceva più ad effetto. Pagare 2 euro per il Novara mi sembra una mancanza di rispetto. Invece quanto stabilito, con 8 euro costa meno di un cinema. Il prezzo? Mi è sembrato una scusa per non abbonarsi. Squadre con obiettivi ambiziosi hanno grossi seguiti. Noi abbiamo un pochino invertito la tendenza. Vogliamo essere competitivi e aspettiamo il nostro pubblico, speriamo che la gente possa riavvicinarsi. I numeri sono impietosi. Con rispetto, non posso considerare come blasone Novara a livello Arzignano o Caldiero. Se siamo a quel livello, qualcosa non va. È una constatazione. Ma noi andremo avanti per la nostra strada, la società non cambia i programmi. Vogliamo puntare ai playoff. Non siamo i soli che piangono. Triestina ha perso due gare in casa con 22 tiri in porta».

Tra coloro che in questo frangente possono finire sulla graticola anche l’allenatore Gattuso, che come recita un vecchio adagio: «Gli allenatori stanno come le foglie in autunno sugli alberi». Ma Lo Monaco difende a spada tratta il cinquantacinquenne tecnico comasco: «Gli è stato rinnovato contratto, riconosciuto un premio per come ha lavorato. Evidentemente abbiamo fiducia, stima. Sul mio allenatore non ci sono discussioni. La società è una pietra di confronto, non potete pretendere che società non si confronti con calciatori, dipendenti. Anche componenti uffici ragionano da impiegati, non hanno ancora cuore e anima. Sono parte importante, sentimento di partecipazione, parte in causa, quando mi guarda l’orario per andare a prendere il treno, non mi serve. Va costruito anche questo aspetto qua. Non potete pensare che non ci sia confronto, non dico giornalmente ma quasi».

Sul Novara edificato in estate con giocatori per attuare il 3-5-2 della passata stagione, con Gattuso che prima della trasferta di Verona aveva esternato che la scelta del modulo era stata “caldeggiata”, anche su questo tema Lo Monaco non si scalfisce: «Sicuro che voleva dire altro, invece il messaggio che ha fatto passare con il 3-5-2 sono convintissimo che voleva dire altre cose. Il senso che ha dato è diametralmente opposto. Società non impone niente, rispetta il tecnico e ha fiducia in lui. Prima di mercato, abbiamo ragionato sul 3-5-2 con divagazioni possibilità organico di giocare anche 3-4-2-1 o 3-4.3 non si è mai parlato di quattro, altrimenti avremmo dovuto prendere giocatori con altre caratteristiche. Ci sono passato sopra perché gli voglio bene e lo rispetto. Nessuno gli ha mai imposto qualcosa è mai accadrà, sono un tipo che taglia e buonanotte ai suonatori».

In questo particolare, delicato frangente, serve colmare il distacco con la piazza, Lo Monaco esterna la sua ricetta: «La gente la puoi avvicinare solo i risultati. Le chiacchiere le porta via il vento, continueremo». Poi puntualizza: «Per grandi cose servono gli sponsor. La voce abbonamenti, non incide niente. Stiamo preparando per il prossimo mese del merchandising, lo facciamo, fidelizza il club».

Sul mercato e sul mancano ingaggio di un attaccante in grado di andare in doppia cifra nessun rimpianto: «È vero, anno scorso non avevamo cannoniere principe. Chi per antonomasia non la butta dentro, ma abbiamo fatto affidamento al gioco di squadra. Un calciatore che appena respira e segna con continuità chiede 150, 170 mila euro netti, che significa per la società un costo di 450 mila euro, una cifra enorme, non può costare uno in C ma i numeri sono questi. L’anno scorso abbiamo aspettato Ongaro puntando su gioco di squadra. A gennaio è arrivato Bentivegna in cerca di riscatto, è esploso Urso, questo è il calcio che ci possiamo permettere al Novara. Preferisco pagare ogni 10 del mese i dipendenti che spese cervellotiche, abbiamo ricalcato stesso ragionamento. Ongaro è macchinoso, ha bisogno di tempo per carburare. Ha tante qualità, ma difetti che vanno curati. Morosini ha vinto i playoff con la Carrarese, può dare assolutamente i più. Poi Ganz, un altro su cui lavorare. Abbiamo ottimismo. Tre buoni giocatori, è innegabile. Poi il francesino Manserì che ora gioca da ragazzino, non da cane arrabbiato, fa due cose interessanti e tre quattro un pochino. Lavorarci, confido nel mio allenatore che è bravo. Poi Gerardini, Donadio, siamo relativamente giovani».

Un Novara con tante scommesse? “La statistiche lasciano tempo che trovano. Conta il campo, ho visto ragazzi disponibili. Vengono da presa di coscienza chiara, dobbiamo dargli questa opportunità”.
Sul futuro e sull’ingresso di un nuovo socio di cui si vocifera da tempo: “Un nuovo ingresso ci sarà tra fine settembre, inizi ottobre. Così viene completato il quadro, il Novara avrà una proprietà forte. Le quote? Io uno per cento dal valore affettivo, Boveri 50, La Rosa 24. Legge dice che loro hanno un diritto di prelazione, possono e esercitarlo o meno. Le cose vanno fatte, può essere esercitata di uno dei due, chi compra sa che esiste questo artifizio”. Futuro che del resto era stato delineato sin dal primo momento che la triade Boveri-La Rosa-Lo Monaco aveva acquisito il club: “Siamo partiti al terzo, ma si sapeva 25 e chi aveva l’eccedenza passava ai Boveri. Dalla città , mi spiace dirlo, ma non si sono fatti avanti”.
Tra i tanti problemi da risolvere anche la situazione dello stadio Piola in condizione sempre più precarie” “E’ Subentrata una novità. Che esula dal budget, abbiamo avuto imposizioni bypassate in queste due gare che dobbiamo far fronte. Noi dobbiamo ottemperare, stadio va messo a norma. Si presuppone spesa di 350-400 mila euro, cifre grosse per la C, abbiamo avviato questo percorso. Lettori dei fornelli abbiamo fatto contratto con ticketone per cambiare lettori, spesa che ci massacra un po’. Preso un tecnico ingegnere che segue la vicenda. Sono competenze di proprietà dello stadio, lo affitta al Novara che paga 90 mila all’anno. Si presuppone che li paghi per stadio a norma, bisogna parlare con Comune che ha disponibilità a 360 gradi – colgo occasione per ringraziare sindaco e giunta – ci sono davvero vicini. Una tegola non da niente”. Il tempo è tiranno, le imposizione certe vanno risolte entro 30 massimo 60 giorni, ma Lo Monaco ostenta fiducia: “Dopo la Coppa Italia, all’improvviso l’inferno. Lo stadio va messo a norma. Comune deve fare la sua parte, noi la nostra. Il problema è proprio lì, anticipare. Troveremo un accordo del genere”.

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Il dg del Novara Football Club parla a ruota libera evidenziando di non voler deflettere dal suo modus operandi

Parlare di crisi dopo tre turni di campionato e due partite di Coppa Italia, la seconda persa al “Piola” col Milan Futuro, alla prima esperienza in Serie C, può apparire esagerato. Ma proprio per mettere in risalto quanto è stato fatto dall’arrivo della nuova governance al Novara, evidenziare i programmi futuri, far capire la serietà del progetto, rassicurare i tifosi sui risultati, per adesso, inferiori alle attese, che il direttore generale Pietro Lo Monaco ha deciso di parlare a ruota libera sugli azzurri, con un monologo nella sala stampa dello stadio “Piola”, che evidenzia come lo scafato manager siciliano non intende deflettere dal suo modus operandi, ma creda con tutto se stesso che l’avventura novarese sia ricca di soddisfazioni e che abbia una durata ampia. «Puntualizzare una cosa importante: silenzio stampa non è una forma di disappunto verso chi scrive, ma per indurre tutti i protagonisti a concentrarsi sul calcio e raccogliersi sulla partita. Sono qui per fare il punto della situazione, avremmo dovuto farlo all’indomani della chiusura del mercato. Non lo abbiamo fatto perché ero squalificato fino a qualche giorno fa. È un normale punto, avrei dovuto farlo prima».

Come diceva Socrate “Una vita senza esami non vale la pena di essere vissuta”, e Lo Monaco che sembra aver vissuto più vite, col carisma e la personalità che tutti gli riconoscono, dimostra di conoscere perfettamente il modo di porsi, con sicurezza e senza tradire emozioni evidenzia: «Abbiamo preso la società, il Novara in situazione estremo disagio. Siamo riusciti a mantenere la categoria, abbiamo detto che volevamo continuare un progetto che si è disegnato nella propria testa alzando quest’anno un pochino asticella, cioè invece di guardare parte bassa della classifica anche se adesso lo stiamo facendo, vorremmo strizzare l’occhiolino a quella alta. Puntare ai playoff. Per farlo 10 operazioni in entrata, diverse in uscita. Rosa di 23 giocatori di un certo livello, in più 5 ragazzi di età 2004-5-6-7. Oggi 28 calciatori. Abbiamo iniziato a dare un occhio al settore giovanile con 5 squadre, ci vuole tempo. Lo sappiamo ma abbiamo cominciato a lavorare. Per fare una buona squadra per obiettivi di un ceto tipo e settore giovanile di un certo spessore. Ci tengo a specificare che il budget non è al livello della Triestina, il nostro è normale per la C. Cercheremo di fare il meglio rispettandolo».

Il discorso, inevitabilmente, verte anche sulla parte iniziale del campionato, che vede il Novara con un solo punto dopo le prime tre giornate, ancora alla ricerca del primo gol. Lo Monaco, su questo fatto non riesce a nascondere che era lecito attendersi risultati migliori: «Molto francamente nemmeno io mi aspettavo una partenza a rilento. Ma sono talmente tanti gli anni che faccio calcio che non mi meraviglio di nulla. Al di là della partita con Atalanta, ciccata, le gare vivono di episodi che indirizzano il risultato: anche la abbiamo avuto occasioni. Con la Virtus ho visto grandissimo primo tempo, squadra equilibratissima, ha impostato e creato occasioni. Poi succede che da rigore per noi si passa a uno dubbio per loro. Rispetto gli arbitri, ma mi sembra che conduzione è stata fortemente penalizzante senza voler offendere nessuno. Se no poi come la prima volta, gli arbitri si sono risentiti. Su Agyemang ci poteva stare. Episodi. Quando gare sono così equilibrate, gli episodi le decidono. Ne prendiamo atto senza distrarci dal nostro obiettivo».

Avvio ad handicap, fortunatamente il tempo per rimediare non manca, ci sono ancora 35 partite, 115 punti in palio, nel prossimo trittico (tutte le gare alle 20.45), però, è fondamentale invertire il trend negativo: nel posticipo di lunedì al “Piola” col Lecco (una delle retrocesse dalla B), poi due derby, venerdì 20 settembre allo Speroni” di Busto Arsizio con la Pro Patria quello del Ticino, martedì 24 settembre al “Piola” quello del Sesia e delle risaie con la Pro Vercelli. «Una partenza un pò così, problemi ci sono dappertutto e sono fatti per essere affrontati e superati. Vedo in giro preoccupazione immotivata. Su questo organico crediamo. Vecchio detto che cavalli si vedono sul filo di lana, noi andiamo avanti senza farci influenzare con la consapevolezza di essere una buona squadra. Aspettiamo Jelenic, Ganz, Ranieri, che è stato un po’ a corrente alternata per un problema muscolare. Abbiamo dovuto rinunciare a Lorenzini, questioni che fanno parte del quotidiano. Bisogna evitare scoramenti perché non portano a niente. Dobbiamo essere consapevoli di quello che siamo».

Inevitabile toccare il tasto, dolente, degli abbonamenti, dove ancora una volta Lo Monaco dimostra di avere le idee ben chiare, mettendo in risalto il pensiero della proprietà che per consentire al Novara di partecipare ad un campionato professionistico deve fare investire cifre notevoli: «Delusione estrema, se elimino le tessere omaggio-sponsor 7-800 abbonati. Non sono numeri da squadra che vuole essere competitiva. Ma rispetto. Falso problema dell’aumento, una tavoletta. Più dal parlare che dalla realtà delle cose, era inesistente anno scorso. Era stato praticamente regalato, si faceva più ad effetto. Pagare 2 euro per il Novara mi sembra una mancanza di rispetto. Invece quanto stabilito, con 8 euro costa meno di un cinema. Il prezzo? Mi è sembrato una scusa per non abbonarsi. Squadre con obiettivi ambiziosi hanno grossi seguiti. Noi abbiamo un pochino invertito la tendenza. Vogliamo essere competitivi e aspettiamo il nostro pubblico, speriamo che la gente possa riavvicinarsi. I numeri sono impietosi. Con rispetto, non posso considerare come blasone Novara a livello Arzignano o Caldiero. Se siamo a quel livello, qualcosa non va. È una constatazione. Ma noi andremo avanti per la nostra strada, la società non cambia i programmi. Vogliamo puntare ai playoff. Non siamo i soli che piangono. Triestina ha perso due gare in casa con 22 tiri in porta».

Tra coloro che in questo frangente possono finire sulla graticola anche l’allenatore Gattuso, che come recita un vecchio adagio: «Gli allenatori stanno come le foglie in autunno sugli alberi». Ma Lo Monaco difende a spada tratta il cinquantacinquenne tecnico comasco: «Gli è stato rinnovato contratto, riconosciuto un premio per come ha lavorato. Evidentemente abbiamo fiducia, stima. Sul mio allenatore non ci sono discussioni. La società è una pietra di confronto, non potete pretendere che società non si confronti con calciatori, dipendenti. Anche componenti uffici ragionano da impiegati, non hanno ancora cuore e anima. Sono parte importante, sentimento di partecipazione, parte in causa, quando mi guarda l’orario per andare a prendere il treno, non mi serve. Va costruito anche questo aspetto qua. Non potete pensare che non ci sia confronto, non dico giornalmente ma quasi».

Sul Novara edificato in estate con giocatori per attuare il 3-5-2 della passata stagione, con Gattuso che prima della trasferta di Verona aveva esternato che la scelta del modulo era stata “caldeggiata”, anche su questo tema Lo Monaco non si scalfisce: «Sicuro che voleva dire altro, invece il messaggio che ha fatto passare con il 3-5-2 sono convintissimo che voleva dire altre cose. Il senso che ha dato è diametralmente opposto. Società non impone niente, rispetta il tecnico e ha fiducia in lui. Prima di mercato, abbiamo ragionato sul 3-5-2 con divagazioni possibilità organico di giocare anche 3-4-2-1 o 3-4.3 non si è mai parlato di quattro, altrimenti avremmo dovuto prendere giocatori con altre caratteristiche. Ci sono passato sopra perché gli voglio bene e lo rispetto. Nessuno gli ha mai imposto qualcosa è mai accadrà, sono un tipo che taglia e buonanotte ai suonatori».

In questo particolare, delicato frangente, serve colmare il distacco con la piazza, Lo Monaco esterna la sua ricetta: «La gente la puoi avvicinare solo i risultati. Le chiacchiere le porta via il vento, continueremo». Poi puntualizza: «Per grandi cose servono gli sponsor. La voce abbonamenti, non incide niente. Stiamo preparando per il prossimo mese del merchandising, lo facciamo, fidelizza il club».

Sul mercato e sul mancano ingaggio di un attaccante in grado di andare in doppia cifra nessun rimpianto: «È vero, anno scorso non avevamo cannoniere principe. Chi per antonomasia non la butta dentro, ma abbiamo fatto affidamento al gioco di squadra. Un calciatore che appena respira e segna con continuità chiede 150, 170 mila euro netti, che significa per la società un costo di 450 mila euro, una cifra enorme, non può costare uno in C ma i numeri sono questi. L’anno scorso abbiamo aspettato Ongaro puntando su gioco di squadra. A gennaio è arrivato Bentivegna in cerca di riscatto, è esploso Urso, questo è il calcio che ci possiamo permettere al Novara. Preferisco pagare ogni 10 del mese i dipendenti che spese cervellotiche, abbiamo ricalcato stesso ragionamento. Ongaro è macchinoso, ha bisogno di tempo per carburare. Ha tante qualità, ma difetti che vanno curati. Morosini ha vinto i playoff con la Carrarese, può dare assolutamente i più. Poi Ganz, un altro su cui lavorare. Abbiamo ottimismo. Tre buoni giocatori, è innegabile. Poi il francesino Manserì che ora gioca da ragazzino, non da cane arrabbiato, fa due cose interessanti e tre quattro un pochino. Lavorarci, confido nel mio allenatore che è bravo. Poi Gerardini, Donadio, siamo relativamente giovani».

Un Novara con tante scommesse? “La statistiche lasciano tempo che trovano. Conta il campo, ho visto ragazzi disponibili. Vengono da presa di coscienza chiara, dobbiamo dargli questa opportunità”.
Sul futuro e sull’ingresso di un nuovo socio di cui si vocifera da tempo: “Un nuovo ingresso ci sarà tra fine settembre, inizi ottobre. Così viene completato il quadro, il Novara avrà una proprietà forte. Le quote? Io uno per cento dal valore affettivo, Boveri 50, La Rosa 24. Legge dice che loro hanno un diritto di prelazione, possono e esercitarlo o meno. Le cose vanno fatte, può essere esercitata di uno dei due, chi compra sa che esiste questo artifizio”. Futuro che del resto era stato delineato sin dal primo momento che la triade Boveri-La Rosa-Lo Monaco aveva acquisito il club: “Siamo partiti al terzo, ma si sapeva 25 e chi aveva l’eccedenza passava ai Boveri. Dalla città , mi spiace dirlo, ma non si sono fatti avanti”.
Tra i tanti problemi da risolvere anche la situazione dello stadio Piola in condizione sempre più precarie” “E’ Subentrata una novità. Che esula dal budget, abbiamo avuto imposizioni bypassate in queste due gare che dobbiamo far fronte. Noi dobbiamo ottemperare, stadio va messo a norma. Si presuppone spesa di 350-400 mila euro, cifre grosse per la C, abbiamo avviato questo percorso. Lettori dei fornelli abbiamo fatto contratto con ticketone per cambiare lettori, spesa che ci massacra un po’. Preso un tecnico ingegnere che segue la vicenda. Sono competenze di proprietà dello stadio, lo affitta al Novara che paga 90 mila all’anno. Si presuppone che li paghi per stadio a norma, bisogna parlare con Comune che ha disponibilità a 360 gradi – colgo occasione per ringraziare sindaco e giunta – ci sono davvero vicini. Una tegola non da niente”. Il tempo è tiranno, le imposizione certe vanno risolte entro 30 massimo 60 giorni, ma Lo Monaco ostenta fiducia: “Dopo la Coppa Italia, all’improvviso l’inferno. Lo stadio va messo a norma. Comune deve fare la sua parte, noi la nostra. Il problema è proprio lì, anticipare. Troveremo un accordo del genere”.

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