Sport e Coronavirus, Chiarelli: «Aiutiamo le nostre società»

Con l’ultimo decreto del Governo Conte tutta l’Italia si è fermata, e già qualche giorno prima tutto lo sport italiano, con decisione del Coni, si è fermato. Poi è arrivata la sospensione della Champions League di volley, poi di basket, il calcio conta i primi contagiati, tutta la Nba, il basket americano, al primo caso positivo della notta, ha fermato tutto.

 

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«Grande gesto di responsabilità quello del Coni, – commenta l’assessore allo sport Marina Chiarelli – è’ una decisione che non ha precedenti nella storia d’Italia poichè la tutela della salute è la priorità assoluta di tutti. Le uniche competizioni che non possono rientrare nella disponibilità del Coni sono le competizioni internazionali pertanto il Coni sta sostenendo le singole federazioni in tutte le iniziative che intenderanno intraprendere con le rispettive organizzazioni internazionali al fine di armonizzare i calendari e gli eventi in vista delle prossime scadenze legate alle qualificazioni olimpiche». Le Olimpiadi 2020 potrebbero entrare ancor di più nella storia visto che «ricordo, – dice Chiarelli – che, nel passato, i giochi olimpici furono cancellati nel 1916 a causa dello scoppio della prima guerra mondiale e nel 1940 a causa della seconda e sospesi nel 1972 a seguito dell’attentato terroristico durante le Olimpiadi estive di Monaco».

Ma cosa succede a Novara?

«E’ evidente che le ripercussioni di un prolungato stop dell’attività sportiva sul territorio sono gravi e gravose per tutti.  Lo sport è prima di tutto aggregazione e socialità e in questi giorni stiamo assistendo a una compressione della nostra libertà personale di movimento con i molteplici inviti a rimanere a casa. Oltre all’aspetto sportivo si parla anche di crisi economica con i vari costi di gestione e rate e altro. Secondo i dati del Coni a oggi circa 21.000.000 di italiani fanno sport. Lo sport rappresenta il 3% del Pil, tutto lo sport riesce a muovere un valore di 6 miliardi e mezzo di euro nell’ambito del nostro Paese. Questi dati danno l’idea di quanto il fenomeno sportivo sia importante economicamente. E’ chiaro allora che noi, come amministrazione comunale, stiamo mettendo in atto quanto è nelle nostre possibilità e proporrò nei prossimi giorni alla giunta l’adozione di una delibera che preveda lo storno delle ore prenotate e non godute, lo svincolo delle cauzioni a garanzie dei pagamenti di cui all’ultimo bando palestre e impianti, nonchè l’eventuale erogazione anticipata di contributi di sostegno economico. Auspico che a livello governativo siano adottate misure serie ed efficaci a sostegno dell’economia anche sportiva».

All’aria aperta si fa sport, sì o no?*

«E’ importante ragionare anche alla luce delle limitazioni generali sul territorio nazionale. Quindi se in linea di principio rimane consentito lo sport all’aperto è chiaro che il monito che arriva da più fronti è “State a casa ed evitate assembramenti£. E’ chiaro anche che se tutti uscissimo negli stessi orari per fare jogging o ginnastica nei luoghi novaresi “tipici” dello sport all’aria aperta creeremmo assembramenti e gruppi. Mi rendo conto del sacrificio che si richiede alle famiglie e a chi è abituato a vivere lo sport come parte integrante della vita, ma ciò che si sta richiedendo non è l’obbligo a fare qualcosa di inviso, bensì un “non facere”, un astenersi per un periodo limitato nel tempo al fine di salvaguardare la salute pubblica, contenere il contagio per uscire dall’attuale situazione emergenziale. Certamente non consentito è lo sport di squadra. Gli impianti sportivi pubblici e privati restano chiusi. Chi proprio non può fare a meno di uscire per ragioni lavorative, sanitarie di necessità quotidiana deve adottare tutte le possibili precauzioni per se stesso e per i propri cari».

 

*(Dpcm 9 marzo: 2. Sull’intero  territorio  nazionale  e’  vietata  ogni  forma  di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. – « sono sospesi gli eventi e le competizioni  sportive  di  ogni ordine e disciplina, in  luoghi  pubblici  o  privati.  Gli  impianti sportivi sono utilizzabili, a porte chiuse, soltanto per le sedute di allenamento  degli  atleti,  professionisti  e  non   professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato  olimpico  nazionale italiano (CONI) e dalle rispettive federazioni, in vista  della  loro partecipazione ai giochi olimpici o  a  manifestazioni  nazionali  ed internazionali; resta consentito esclusivamente lo svolgimento  degli eventi  e  delle  competizioni  sportive  organizzati  da   organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi  utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di  pubblico;  in tutti tali casi, le associazioni e le societa’ sportive, a mezzo  del proprio personale medico,  sono  tenute  ad  effettuare  i  controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del  virus  COVID-19  tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che  vi partecipano; lo sport e le attivita’ motorie svolti  all’aperto  sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile  consentire  il rispetto della distanza interpersonale di un metro) 

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Sport e Coronavirus, Chiarelli: «Aiutiamo le nostre società»

Con l’ultimo decreto del Governo Conte tutta l’Italia si è fermata, e già qualche giorno prima tutto lo sport italiano, con decisione del Coni, si è fermato. Poi è arrivata la sospensione della Champions League di volley, poi di basket, il calcio conta i primi contagiati, tutta la Nba, il basket americano, al primo caso positivo della notta, ha fermato tutto.

 

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«Grande gesto di responsabilità quello del Coni, – commenta l’assessore allo sport Marina Chiarelli – è’ una decisione che non ha precedenti nella storia d’Italia poichè la tutela della salute è la priorità assoluta di tutti. Le uniche competizioni che non possono rientrare nella disponibilità del Coni sono le competizioni internazionali pertanto il Coni sta sostenendo le singole federazioni in tutte le iniziative che intenderanno intraprendere con le rispettive organizzazioni internazionali al fine di armonizzare i calendari e gli eventi in vista delle prossime scadenze legate alle qualificazioni olimpiche». Le Olimpiadi 2020 potrebbero entrare ancor di più nella storia visto che «ricordo, – dice Chiarelli – che, nel passato, i giochi olimpici furono cancellati nel 1916 a causa dello scoppio della prima guerra mondiale e nel 1940 a causa della seconda e sospesi nel 1972 a seguito dell’attentato terroristico durante le Olimpiadi estive di Monaco».

Ma cosa succede a Novara?

«E’ evidente che le ripercussioni di un prolungato stop dell’attività sportiva sul territorio sono gravi e gravose per tutti.  Lo sport è prima di tutto aggregazione e socialità e in questi giorni stiamo assistendo a una compressione della nostra libertà personale di movimento con i molteplici inviti a rimanere a casa. Oltre all’aspetto sportivo si parla anche di crisi economica con i vari costi di gestione e rate e altro. Secondo i dati del Coni a oggi circa 21.000.000 di italiani fanno sport. Lo sport rappresenta il 3% del Pil, tutto lo sport riesce a muovere un valore di 6 miliardi e mezzo di euro nell’ambito del nostro Paese. Questi dati danno l’idea di quanto il fenomeno sportivo sia importante economicamente. E’ chiaro allora che noi, come amministrazione comunale, stiamo mettendo in atto quanto è nelle nostre possibilità e proporrò nei prossimi giorni alla giunta l’adozione di una delibera che preveda lo storno delle ore prenotate e non godute, lo svincolo delle cauzioni a garanzie dei pagamenti di cui all’ultimo bando palestre e impianti, nonchè l’eventuale erogazione anticipata di contributi di sostegno economico. Auspico che a livello governativo siano adottate misure serie ed efficaci a sostegno dell’economia anche sportiva».

All’aria aperta si fa sport, sì o no?*

«E’ importante ragionare anche alla luce delle limitazioni generali sul territorio nazionale. Quindi se in linea di principio rimane consentito lo sport all’aperto è chiaro che il monito che arriva da più fronti è “State a casa ed evitate assembramenti£. E’ chiaro anche che se tutti uscissimo negli stessi orari per fare jogging o ginnastica nei luoghi novaresi “tipici” dello sport all’aria aperta creeremmo assembramenti e gruppi. Mi rendo conto del sacrificio che si richiede alle famiglie e a chi è abituato a vivere lo sport come parte integrante della vita, ma ciò che si sta richiedendo non è l’obbligo a fare qualcosa di inviso, bensì un “non facere”, un astenersi per un periodo limitato nel tempo al fine di salvaguardare la salute pubblica, contenere il contagio per uscire dall’attuale situazione emergenziale. Certamente non consentito è lo sport di squadra. Gli impianti sportivi pubblici e privati restano chiusi. Chi proprio non può fare a meno di uscire per ragioni lavorative, sanitarie di necessità quotidiana deve adottare tutte le possibili precauzioni per se stesso e per i propri cari».

 

*(Dpcm 9 marzo: 2. Sull’intero  territorio  nazionale  e’  vietata  ogni  forma  di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. – « sono sospesi gli eventi e le competizioni  sportive  di  ogni ordine e disciplina, in  luoghi  pubblici  o  privati.  Gli  impianti sportivi sono utilizzabili, a porte chiuse, soltanto per le sedute di allenamento  degli  atleti,  professionisti  e  non   professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato  olimpico  nazionale italiano (CONI) e dalle rispettive federazioni, in vista  della  loro partecipazione ai giochi olimpici o  a  manifestazioni  nazionali  ed internazionali; resta consentito esclusivamente lo svolgimento  degli eventi  e  delle  competizioni  sportive  organizzati  da   organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi  utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di  pubblico;  in tutti tali casi, le associazioni e le societa’ sportive, a mezzo  del proprio personale medico,  sono  tenute  ad  effettuare  i  controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del  virus  COVID-19  tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che  vi partecipano; lo sport e le attivita’ motorie svolti  all’aperto  sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile  consentire  il rispetto della distanza interpersonale di un metro) 

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