Batte un cuore novarese, per la precisione di Bellinzago, nella formazione Under 15 dell’Inter che sabato scorso a Fermo si è laureata campione d’Italia nella finalissima di Fermo dopo aver superato l’Empoli dopo i calci di rigore. Stiamo parlando di Leonardo Bovio, difensore centrale classe 2008, da ormai sei anni entrato a far parte del settore giovanile della società nerazzurra.
Nato “casualmente” a Vercelli, Bovio ha sempre risieduto a Bellinzago con la famiglia. Figlio unico, ha cominciato a tirare i primi calci all’età di 9 anni nel locale Bulé. Spostatosi poi a Suno, questo trasferimento ha rappresentato un’autentica fortuna perché la società dei “lupi” è affiliata all’Inter come Centro di formazione. Un provino a Milano è stato un passaggio quasi automatico, così come il suo “acquisto” da parte del club meneghino per la stagione 2016-’17, con il quale è ora vincolato sino alla maggiore età. Inizio difficile, come accade per tanti costretti a cambiare vita, passando da un piccolo centro di provincia e una metropoli, ma poi brillantemente superato. Lo hanno aiutato, ricorda papà Leonardo, «la sua grande passione e la determinazione».
Leonardo, abbiamo detto, gioca nella posizione di centrale basso, indipendentemente a destra o a sinistra, a seconda di chi sia il compagno, nel quartetto difensivo. Ma soprattutto riesce a disimpegnarsi nel gioco moderno, non disdegnando in qualche occasione di cercare (e trovare) la via del gol. Per lui quello conquistato sabato è il secondo scudetto consecutivo dopo il trionfo di dodici mesi fa sempre contro l’Empoli. Allora si era a livello di formazioni Under 14 e in quest’ultima occasione Bovio, nel frattempo promosso anche capitano («E’ stato “eletto” dai dirigenti proprio perché individuato come l’elemento che più di tutti rappresenta un esempio di condotta», spiega ancora un orgoglioso papà), si è “caricato” sulle spalle la squadra, guidandola alla rimonta (l’Empoli stava conducendo 2-0), sino al 3-3 e poi all’8-7 maturato dopo i decisivi tiri dal dischetto. Logica l’esultanza insieme ai compagni (nella foto) mentre solleva al cielo il trofeo.
Ma accanto al gioco, vista l’età, c’é ancora anche lo studio. Leonardo frequenta infatti nella zona di Niguarda un Liceo Scientifico a indirizzo sportivo ubicato nelle vicinanze di un pensionato e dei campi di allenamento dell’Inter. Un grande vantaggio, visto che all’inizio era costretto a studiare e fare i compiti durante il viaggio sul pulmino.
Avremo dunque presto un calciatore professionista? Sempre il papà sostiene che «prima viene lo studio e sono contento che Leo il diploma lo voglia ottenere. Però da quest’anno l’idea che possa sfondare nel calcio comincia a prenderla in considerazione. Vedremo. In ogni caso siamo ovviamente felici delle soddisfazioni che ci sta regalando, in campo e fuori».