Volley, Bernardi (Igor): «Non abbiamo sfruttato le occasioni avute»

L'analisi del tecnico novarese dopo il ko contro Chieri nella prima gara dei playoff: «La serie è comunque ancora aperta. Possiamo andare a vincere da loro sabato. Ma ci dobbiamo credere prima di tutto con la testa»

La botta, forse inaspettata, ha fatto davvero male. Da una squadra come Chieri si poteva anche prevedere, ma al di là dei meriti delle avversarie è stata ancora una volta la Igor a mancare all’appuntamento. Non si potrebbe altrimenti spiegare il ko subito mercoledì sera da Cristina Chirichella e compagne nella prima gara dei quarti di finale dei playoff contro una Reale Mutua trascinata da una Grobelna (e non solo lei) in grande spolvero.


Il match, conclusosi al tie-break dopo oltre due ore di gioco altalenante, ha messo ancora una volta in luce tutti i limiti, prima ancora caratteriali e mentali, della squadra novarese in questa stagione. Percorso europeo a parte (dalla Wevza Cup sino al trionfo di Nantes), dove sempre e comunque il gruppo è stato in grado di reagire davanti alla difficoltà di turno, troppe volte la Igor ha avuto un approccio sbagliato alla partita. Traduzione: quasi offrire all’avversario di turno il primo set e cominciare a fare sul serio a partire dalla seconda frazione. A volte può andarti mene, altre no. Cosa che si è ripetuta anche ieri sera contro le “collinari”, anche se le azzurre per ben due volte sono riuscite a rimettersi in carreggiata prima di cedere (anche nettamente) nel quinto parziale, quello “corto”, dove una partenza sbagliata può già essere fatale.


Il rammarico maggiore in casa novarese è forse proprio quello di non essere riusciti a sfruttare le possibilità, comunque capitate nonostante una serata non particolarmente felice come questa prima della post season. Per coach Lorenzo Bernardi «le occasioni le abbiamo avute, noi come loro. Abbiamo avuto una grossa opportunità alla fine del terzo set (due palle per portare Novara sul 2-1, frazione poi andata alle ospiti ai vantaggi, ndr), ma non siamo state in grado di sfruttarle. Questa è la pallavolo».


Circa l’utilizzo di Marina Markova e dalle difficoltà incontrate dalla schiacciatrice russa, il tecnico da un lato ha difeso la sua giocatrice, non nascondendo però neppure una sorta di autocritica: «L’avete vista tutti con le stampelle nelle ultime tre settimane. Certa gente non so cosa si potesse aspettare da lei. In qualsiasi altro sport non sarebbe andata neppure a referto…».


A bocce purtroppo ferme qualcuno adesso ipotizza che sarebbe stato forse meglio un utilizzo fin da subito di Greta Szakmary (il “soldatino magiaro” ha totalizzato alla fine 13 punti, un ace, un muro e il 52% in attacco), inserendo Markova di volta in volta e all’occorrenza, ma siamo nel campo delle ipotesi, cose che nello sport non portano da nessuna parte. Bernardi, però, è apparso molto onesto: «Forse ho sbagliato anche io, però avevo visto bene Marina nell’allenamento di martedì e ho voluto concederle fiducia. Indubbiamente le manca il ritmo partita e tutto diventa ancora più difficile se ti trovi a giocare contro il sestetto titolare come quello di Chieri».


La fiducia in vista della partita di sabato sera a Torino, a questo punto autentico match da dentro o fuori per la Igor, non manca comunque: «La serie è ancora aperta. Possiamo andare a vincere da loro garadue. Ma ci dobbiamo crederci prima di tutto con la testa prima ancora che con la tecnica».

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Volley, Bernardi (Igor): «Non abbiamo sfruttato le occasioni avute»

L’analisi del tecnico novarese dopo il ko contro Chieri nella prima gara dei playoff: «La serie è comunque ancora aperta. Possiamo andare a vincere da loro sabato. Ma ci dobbiamo credere prima di tutto con la testa»

La botta, forse inaspettata, ha fatto davvero male. Da una squadra come Chieri si poteva anche prevedere, ma al di là dei meriti delle avversarie è stata ancora una volta la Igor a mancare all'appuntamento. Non si potrebbe altrimenti spiegare il ko subito mercoledì sera da Cristina Chirichella e compagne nella prima gara dei quarti di finale dei playoff contro una Reale Mutua trascinata da una Grobelna (e non solo lei) in grande spolvero.


Il match, conclusosi al tie-break dopo oltre due ore di gioco altalenante, ha messo ancora una volta in luce tutti i limiti, prima ancora caratteriali e mentali, della squadra novarese in questa stagione. Percorso europeo a parte (dalla Wevza Cup sino al trionfo di Nantes), dove sempre e comunque il gruppo è stato in grado di reagire davanti alla difficoltà di turno, troppe volte la Igor ha avuto un approccio sbagliato alla partita. Traduzione: quasi offrire all'avversario di turno il primo set e cominciare a fare sul serio a partire dalla seconda frazione. A volte può andarti mene, altre no. Cosa che si è ripetuta anche ieri sera contro le “collinari”, anche se le azzurre per ben due volte sono riuscite a rimettersi in carreggiata prima di cedere (anche nettamente) nel quinto parziale, quello “corto”, dove una partenza sbagliata può già essere fatale.


Il rammarico maggiore in casa novarese è forse proprio quello di non essere riusciti a sfruttare le possibilità, comunque capitate nonostante una serata non particolarmente felice come questa prima della post season. Per coach Lorenzo Bernardi «le occasioni le abbiamo avute, noi come loro. Abbiamo avuto una grossa opportunità alla fine del terzo set (due palle per portare Novara sul 2-1, frazione poi andata alle ospiti ai vantaggi, ndr), ma non siamo state in grado di sfruttarle. Questa è la pallavolo».


Circa l'utilizzo di Marina Markova e dalle difficoltà incontrate dalla schiacciatrice russa, il tecnico da un lato ha difeso la sua giocatrice, non nascondendo però neppure una sorta di autocritica: «L'avete vista tutti con le stampelle nelle ultime tre settimane. Certa gente non so cosa si potesse aspettare da lei. In qualsiasi altro sport non sarebbe andata neppure a referto…».


A bocce purtroppo ferme qualcuno adesso ipotizza che sarebbe stato forse meglio un utilizzo fin da subito di Greta Szakmary (il “soldatino magiaro” ha totalizzato alla fine 13 punti, un ace, un muro e il 52% in attacco), inserendo Markova di volta in volta e all'occorrenza, ma siamo nel campo delle ipotesi, cose che nello sport non portano da nessuna parte. Bernardi, però, è apparso molto onesto: «Forse ho sbagliato anche io, però avevo visto bene Marina nell'allenamento di martedì e ho voluto concederle fiducia. Indubbiamente le manca il ritmo partita e tutto diventa ancora più difficile se ti trovi a giocare contro il sestetto titolare come quello di Chieri».


La fiducia in vista della partita di sabato sera a Torino, a questo punto autentico match da dentro o fuori per la Igor, non manca comunque: «La serie è ancora aperta. Possiamo andare a vincere da loro garadue. Ma ci dobbiamo crederci prima di tutto con la testa prima ancora che con la tecnica».

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