Volley: la Igor e quella “sindrome” da finale di set…

Il primo parziale perso dalle ragazze di Bernardi contro Bergamo fa il paio, solo per citare gli episodi più eclatanti, con la sconfitta maturata a Perugia al tie-break. Il tecnico: «Abbiamo il dovere di gestire meglio certe situazioni»

La Igor ha dunque iniziato con un successo da due punti il trittico conclusivo della regular season superando in volata la formazione orobica al termine di una gara che avrebbe potuto vincere 3-0 ma che poi ha rischiato seriamente anche di perdere. E’ ancora davanti agli occhi di tutti quanto accaduto nel finale della prima frazione, quando Francesca Bosio e compagne, senza per questo sminuire i meriti della ragazze di Carlo Parisi, hanno letteralmente gettato alle ortiche la possibilità di andare sull’1-0 non riuscendo a gestire un 21-11, ma poi anche un 24-21 a proprio favore, sprecando complessivamente 5 set ball.


Un episodio che in qualche modo fa il paio, solo per citare situazioni recenti, con quanto accaduto a Perugia qualche settimana fa, quando le azzurre, nel “set corto”, si sono fatte beffare dalle umbre nonostante il vantaggio di 14-11. Per carità, fa parte delle regole del gioco incassare o rifilare “filotti”, ma pur sempre entro certi limiti. Lo stesso coach Lorenzo Bernardi (foto di repertorio), nel dopo gara del “Pala Facchetti”, non ha potuto non esprimere il suo rammarico.


«Un set come il primo non è possibile perderlo – aveva detto l’allenatore – Non si possono gettare via occasioni così. Abbiamo il dovere di gestire bene situazioni come quella che si è verificata, ma non è possibile avere dei blackout simili. Sono cose che non riesco a spiegarmi e a capirle. Una squadra come la nostra deve avere la capacità di gestire certe dinamiche, a maggior ragione contro una squadra dal livello tecnico inferiore al nostro».


Da chi ha guidato la squadra a bordo campo a chi si è trovata sul rettangolo di gioco l’analisi è stata condivisa da Maya Aleksic, Mvp del match con 24 palloni messi a terra, tanta roba per una centrale. La giocatrice serba ha tirato in causa anche la una possibile stanchezza per gli impegni ravvicinati che si stanno sommando nell’ultimo periodo, ma indubbiamente uno dei compiti sul quale lo staff dovrà lavorare sarà forse dal punto di vista mentale. Prima che questa vera e propria “sindrome” da set persi nonostante un ampio margine si ripresenti quando non ci sarà poi più la possibilità di rimediare.

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Volley: la Igor e quella “sindrome” da finale di set…

Il primo parziale perso dalle ragazze di Bernardi contro Bergamo fa il paio, solo per citare gli episodi più eclatanti, con la sconfitta maturata a Perugia al tie-break. Il tecnico: «Abbiamo il dovere di gestire meglio certe situazioni»

La Igor ha dunque iniziato con un successo da due punti il trittico conclusivo della regular season superando in volata la formazione orobica al termine di una gara che avrebbe potuto vincere 3-0 ma che poi ha rischiato seriamente anche di perdere. E’ ancora davanti agli occhi di tutti quanto accaduto nel finale della prima frazione, quando Francesca Bosio e compagne, senza per questo sminuire i meriti della ragazze di Carlo Parisi, hanno letteralmente gettato alle ortiche la possibilità di andare sull’1-0 non riuscendo a gestire un 21-11, ma poi anche un 24-21 a proprio favore, sprecando complessivamente 5 set ball.


Un episodio che in qualche modo fa il paio, solo per citare situazioni recenti, con quanto accaduto a Perugia qualche settimana fa, quando le azzurre, nel “set corto”, si sono fatte beffare dalle umbre nonostante il vantaggio di 14-11. Per carità, fa parte delle regole del gioco incassare o rifilare “filotti”, ma pur sempre entro certi limiti. Lo stesso coach Lorenzo Bernardi (foto di repertorio), nel dopo gara del “Pala Facchetti”, non ha potuto non esprimere il suo rammarico.


«Un set come il primo non è possibile perderlo – aveva detto l’allenatore – Non si possono gettare via occasioni così. Abbiamo il dovere di gestire bene situazioni come quella che si è verificata, ma non è possibile avere dei blackout simili. Sono cose che non riesco a spiegarmi e a capirle. Una squadra come la nostra deve avere la capacità di gestire certe dinamiche, a maggior ragione contro una squadra dal livello tecnico inferiore al nostro».


Da chi ha guidato la squadra a bordo campo a chi si è trovata sul rettangolo di gioco l’analisi è stata condivisa da Maya Aleksic, Mvp del match con 24 palloni messi a terra, tanta roba per una centrale. La giocatrice serba ha tirato in causa anche la una possibile stanchezza per gli impegni ravvicinati che si stanno sommando nell’ultimo periodo, ma indubbiamente uno dei compiti sul quale lo staff dovrà lavorare sarà forse dal punto di vista mentale. Prima che questa vera e propria “sindrome” da set persi nonostante un ampio margine si ripresenti quando non ci sarà poi più la possibilità di rimediare.

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