Volley: non succede, ma se succede… E’ successo. Italia campione d’Europa!

Impresa delle ragazze di Mazzanti, che espugnano la “Stark Arena” di Belgrado in quattro set dopo aver ceduto ai vantaggi la prima frazione, riprendendosi dopo dodici anni il titolo continentale. Grande rivincita per tutto il gruppo – con tre atlete della Igor – dopo la delusione di Tokyo

Come nel calcio, se non meglio. La nazionale di volley femminile ritorna sul trono d’Europa prendendosi la soddisfazione di andare a vincere il titolo (il terzo della sua storia dopo i due consecutivi del 2007 e 2009) proprio nella “tana” della sua – seppur sportivamente parlando – acerrima rivale come la Serbia, campione uscente, reduce da una medaglia di bronzo a Tokyo e accreditata alla vigilia dei favori del pronostico, non soltanto per il fatto di ospitare le partite decisive di fronte al pubblico amico della “Stark Arena” di Belgrado.


Invece coach Davide Mazzanti e il suo staff hanno avuto il grosso merito di riprendere per mano un gruppo particolarmente scosso dal risultato ottenuto in terra giapponese (out fin dai quarti di finale ad opera proprio delle serbe al termine di uno 0-3 mortificante) e di guidarlo, seppur tra mille difficoltà – gli infortuni che hanno privato l’apporto di Caterina Bosetti alla vigilia della partenza e poi quello di Sara Fahr – a questa storica affermazione.
Un successo giunto con un cammino in crescendo, dopo un percorso iniziale sì netto, ma non sempre accompagnato da prestazioni al top. Sono arrivate poi le vittorie contro la Russia nei quarti e, nella serata di venerdì, quella contro l’Olanda in semifinale a garantire la certezza di una medaglia e ad alimentare qualche speranza. Ma davanti ci si ritrovava davanti comunque una Serbia che, trascinata dal tifo degli oltre 20 mila spettatori del palazzetto della sua capitale, sembrava dovesse aver vita facile. Ancora di più dopo un primo set che le azzurre erano state in grado di giocarselo alla pari prima di essere beffate ai vantaggi (24-26).


Dalla seconda frazione la musica è cambiata. L’Italia è riuscita a capovolgere il punteggio andandosi a prendere il secondo e terzo gioco lasciando le avversarie prima a 22 e poi a 19 punti. Arginando il più possibile lo spauracchio Boskovic (e mano male che ha messo a terra solo 20 palloni), diventando sempre più incisiva in attacco e con un muro a tratti implacabile, le azzurre hanno fatto il brutto e cattivo tempo nel quarto set, ammutolendo letteralmente l’impianto belgradese e il gioco delle ragazze di Terzic, che letteralmente frastornate, hanno poi dovuto soccombere 25-11.


E’ in questo successo c’é anche un pezzo di Igor Novara. Da Cristina Chirichella, autrice di punti “pesanti” e di prestazioni convincenti al servizio della squadra, a Sara Bonifacio e Sofia D’Odorico. Queste ultime due hanno avuto poche possibilità di mettersi in mostra, ma hanno comunque fatto gruppo. E poteva essere anche l’Europeo di Caterina Bosetti, se un banale incidente in palestra non le avesse precluso le possibilità di partecipare al torneo. Le compagne hanno in ogni caso voluto ricordarla portando sul podio al momento della premiazione e prima ancora durante i festeggiamenti iniziali (nella foto CEV) anche la sua maglietta insieme a quella di Fahr.

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Volley: non succede, ma se succede… E’ successo. Italia campione d’Europa!

Impresa delle ragazze di Mazzanti, che espugnano la “Stark Arena” di Belgrado in quattro set dopo aver ceduto ai vantaggi la prima frazione, riprendendosi dopo dodici anni il titolo continentale. Grande rivincita per tutto il gruppo – con tre atlete della Igor – dopo la delusione di Tokyo

Come nel calcio, se non meglio. La nazionale di volley femminile ritorna sul trono d’Europa prendendosi la soddisfazione di andare a vincere il titolo (il terzo della sua storia dopo i due consecutivi del 2007 e 2009) proprio nella “tana” della sua – seppur sportivamente parlando – acerrima rivale come la Serbia, campione uscente, reduce da una medaglia di bronzo a Tokyo e accreditata alla vigilia dei favori del pronostico, non soltanto per il fatto di ospitare le partite decisive di fronte al pubblico amico della “Stark Arena” di Belgrado.


Invece coach Davide Mazzanti e il suo staff hanno avuto il grosso merito di riprendere per mano un gruppo particolarmente scosso dal risultato ottenuto in terra giapponese (out fin dai quarti di finale ad opera proprio delle serbe al termine di uno 0-3 mortificante) e di guidarlo, seppur tra mille difficoltà – gli infortuni che hanno privato l’apporto di Caterina Bosetti alla vigilia della partenza e poi quello di Sara Fahr – a questa storica affermazione.
Un successo giunto con un cammino in crescendo, dopo un percorso iniziale sì netto, ma non sempre accompagnato da prestazioni al top. Sono arrivate poi le vittorie contro la Russia nei quarti e, nella serata di venerdì, quella contro l’Olanda in semifinale a garantire la certezza di una medaglia e ad alimentare qualche speranza. Ma davanti ci si ritrovava davanti comunque una Serbia che, trascinata dal tifo degli oltre 20 mila spettatori del palazzetto della sua capitale, sembrava dovesse aver vita facile. Ancora di più dopo un primo set che le azzurre erano state in grado di giocarselo alla pari prima di essere beffate ai vantaggi (24-26).


Dalla seconda frazione la musica è cambiata. L’Italia è riuscita a capovolgere il punteggio andandosi a prendere il secondo e terzo gioco lasciando le avversarie prima a 22 e poi a 19 punti. Arginando il più possibile lo spauracchio Boskovic (e mano male che ha messo a terra solo 20 palloni), diventando sempre più incisiva in attacco e con un muro a tratti implacabile, le azzurre hanno fatto il brutto e cattivo tempo nel quarto set, ammutolendo letteralmente l’impianto belgradese e il gioco delle ragazze di Terzic, che letteralmente frastornate, hanno poi dovuto soccombere 25-11.


E’ in questo successo c’é anche un pezzo di Igor Novara. Da Cristina Chirichella, autrice di punti “pesanti” e di prestazioni convincenti al servizio della squadra, a Sara Bonifacio e Sofia D’Odorico. Queste ultime due hanno avuto poche possibilità di mettersi in mostra, ma hanno comunque fatto gruppo. E poteva essere anche l’Europeo di Caterina Bosetti, se un banale incidente in palestra non le avesse precluso le possibilità di partecipare al torneo. Le compagne hanno in ogni caso voluto ricordarla portando sul podio al momento della premiazione e prima ancora durante i festeggiamenti iniziali (nella foto CEV) anche la sua maglietta insieme a quella di Fahr.

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