La prima partita della serie di semifinale dei playoff contro Conegliano è probabilmente andata in archivio sabato sera dopo che la brasiliana Gabi ha messo a terra l’ultimo pallone per le trevigiane. Da quel momento in casa Igor è scattata ufficialmente l’operazione Coppa Cev, la preparazione alla prima finale, fischio d’inizio alle 20 davanti al suo pubblico, contro l’Alba Blaj. Match di ritorno fra una settimana in Romania.
Si tratta dell’ultimo trofeo che ancora manca al club novarese dopo la Champions conquistata ormai sei anni fa a Berlino nella finale tutta italiana sempre contro la Imoco e la Challenge, ottenuta la scorsa stagione al termine della doppia sfida contro il Nantes guidato da Taylor Mims (nell’immagine di archivio la festa post premiazione). A dire la verità una Coppa Cev (da quando nel 2007 la “seconda coppa” per importanza ha assunto questa denominazione) è già stata ottenuta da un club novarese, nel 2009 quando l’Asystel alzò il trofeo al termine di una final four organizzata proprio all’ombra della Cupola. Ma, pallavolisticamente parlando, si tratta di un’era geologica fa, in tutti i sensi…
«Giochiamo in casa, davanti ai nostri tifosi – aveva detto sabato la centrale Federica Squarcini – Prima di tutto dovremo ritrovare il nostro gioco, ma sono fiduciosa». La formazione romena dell’Alba Blaj viene vista da tutti come una sorta di “oggetto misterioso”: «E’ vero – ha ammesso coach Bernardi – ma solo perché non dispone in organico di qualche top player conosciuto. Non per questo dovremo commettere l’errore di sottovalutarle; anzi, dovremo onorare questo impegno al massimo perché si tratta dell’obiettivo principale di tutta la nostra stagione».
Fondamentale ancora una volta la battuta, come sostiene la schiacciatrice tedesca Lina Alsmeier: «Potrebbe essere il nostro punto di forza per limitare il gioco avversario, ma servirà anche una grande concentrazione nella fase muro – difesa».