Diciamo subito una cosa: la partita “pefetta” in assoluto nella pallavolo non esiste. Altrimenti, come ha avuto modo di spiegare recentemente lo stesso coach della Igor Stefano Lavarini, «si dovrebbe vincere sempre 3-0 lasciando alle avversarie una manciata di punti». Ed è anche vero che è sempre meglio vincere giocando, se non male, quanto meno meno bene, portando quindi a casa il risultato, piuttosto che recriminare per essersi visto sfuggire un successo, magari 13-15 al tie-break, dopo una prestazione superlativa. Che le sfide contro formazioni bassa classifica – e quindi in questa fase della stagione particolarmente affamate di punti, oltre che desiderose di fare uno sgambetto a una “big” del campionato – possono riservare maggiori complicazioni rispetto ai match contro le squadre di livello superiore lo sanno tutti. Nel caso specifico il 3-1 con il quale Cristina Chirichella e compagne si sono imposte sabato sera a Trento (nell’immagine l’esultanza a fine match), alla pari con la vittoria della settimana precedente a Urbino, è un esempio lampante. Però la forza di una grande squadra rimane quella, vuoi per la solidità e l’esperienza del gruppo, vuoi per la giocata della singola, di riuscire comunque in ogni caso nei momenti di difficoltà a ottenere la vittoria. Un dubbio rimane: qual é la vera Igor? Quella che si è imposta (convincendo) contro Conegliano, Monza e Busto Arsizio, oppure quella che ha faticato molto di più trovando dall’altra parte della rete Vallefoglia e Trento?
Forse – per dirla alla Pirandello – la verità potrebbe collocarsi nel mezzo, tenuto anche conto che negli ultimi giorni la squadra è stata sottoposta a una delicata fase nella preparazione che dovrebbe portare i suoi frutti nel prossimo mese, quando si decideranno i destini del campionato. E visto che è stato tirato in ballo, occorre non dimenticare che, avendo conquistato la vetta della classifica da ormai una settimana, la squadra novarese (con una partita in meno rispetto a Conegliano e due nei confronti di Monza, le due formazioni che la tallonano con una lunghezza di ritardo in graduatoria) è più che mai arbitra del suo destino per raggiungere quell’obiettivo del primo posto finale nella regular season. Traguardo che garantirebbe in prima battuta la partecipazione alla Champions nella prossima stagione. Certo, per le prossime partite ci vorrà decisamente un’altra Igor: più lucida, brillante, senza quelle pause costate diversi punti nell’arco di un set. Al di là di tutto le azzurre, grazie a un percorso praticamente netto, sono riuscite a costruire, settimana dopo settimana, questo primato che dovrà essere difeso fino in fondo.