“Bambola”, ottant’anni fa il capolavoro del maestro Bruno Mellier

Mario Mellier era un giovane pianista novarese, nato nel 1914, e abitante nel quartiere di sant’Andrea, vicino alla ferrovia. E’ stato allievo dei maestri Felice Fasola e Luigi Sante Colonna; ha imparato a suonare il pianoforte, l’organo e anche la fisarmonica. Ha fatto parte come corista della Schola Cantorum di San Gaudenzio.

Poi è diventato giovane direttore di orchestre di musica leggera, compositore di canzoni, affinandosi con il celebre maestro Giorgio Federico Ghedini, sfollato a Borgosesia durante il periodo bellico.

Mario Mellier è stato un musicista completo e poliedrico. Fonda un complesso di fisarmonicisti; è cantore nelle corali; ha suonato i pianoforte anche nelle sale ove proiettavano i film muti. Negli anni Quaranta, in piena guerra mondiale, gli viene in mente di scrivere una canzone che intitola “Bambola”, una beguine moderata, con influenze dello swing americano. La musica è di Mellier, il testo è del paroliere torinese Eugenio Calzia.

“Bambola”, incisa dal famoso cantante Ernesto Bonino, riscuote immediatamente un grande successo, ed entra nel repertorio delle più quotate orchestre italiane. Otterrà eccellenti affermazioni anche all’estero ove la canzone di Mellier (edizioni Curci) sarà tradotta e cantata da “assi” come l’inglese Petula Clark (la cantante preferita da Chaplin) e dall’americano di colore, il celebre Nat “King” Cole.

 

 

In quei turbolenti anni quaranta, Mario Mellier sarà protagonista anche delle musiche di due fortunatissime e applauditissime riviste novaresi. Prodotti “casalinghi” di gran pregio presentate al teatro “Coccia”nel 1942 (“Chi l’ha visto?”) e nel 1943 (“Cercando un’onda”). Ideate dal pirotecnico artista Italo Calvari, oltre alle musiche di Mellier, quelle commedie musicali ante-litteram si avvalevano della collaborazione di Aldo Beldì, Cesare Tamagni, Daria Monina, Silvia Vesce, Giuseppe Fortis e di molti altri novaresi appassionati di teatro e ricchi di fantasia.

Mario Mellier nel dopoguerra organizza un’orchestra da ballo novarese di grande spessore con il violinista Verrua, i fratelli Cavenaghi, il trombettista Borotti, il sassofonista Vercelli, il batterista Besozzi, il trombonista Gino Capra. E altri musicisti di sostanza e di talento.

Suona alle sale da ballo dell’Eldorado e del Vittoria, d’estate sulla pista dell’hockey; scrive per gli editori novaresi Piero Leonardi e Gino Panagini. Sposa la figlia del famoso scrittore Eugenio Barisoni.

Ovviamente, Mellier compositore, sulla scia di “Bambola”, ha realizzato altre canzoni di successo, trovando interpreti ideali in Pat Boone, Flo Sandon’s, Natalino Otto, Tony Dallara, Peppino di Capri.

In età già avanzata, il musicista novarese ha collaborato a lungo con una casa editrice di Milano, dove ha “preparato” gli arrangiamenti per le voci di futuri campioni della canzone come Nicola Di Bari, Fausto Leali e Gilda Giuliani

Mario Mellier, che è morto nel 2001 alla bella età di 87 anni, ha partecipato a tre edizioni del Festival di Sanremo, con canzoni interessanti ma affidate dall’organizzazione ad interpreti giovani in attesa di lancio.

Resta nella memoria dei musicofili la sua eterna “Bambola” che ancora oggi si può ascoltare su Internet dalla squillante e suadente voce di Ernesto Bonino. Ma noi, bambini curiosi, ascoltavamo “Bambola” di Mario Mellier attraverso una vecchia radio Phonola di finta radica. C’era la guerra. La radio era un lusso prezioso.

 

[Nella foto in evidenza: da sinistra Gino Capra, Mellier, il violinista Verrua, la cantante Bea Coser, alla batteria Zara]

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Gianfranco Capra

Giornalista e scrittore, ha pubblicato numerosi libri sulla storia e suipersonaggi novaresi

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“Bambola”, ottant’anni fa il capolavoro del maestro Bruno Mellier

Mario Mellier era un giovane pianista novarese, nato nel 1914, e abitante nel quartiere di sant’Andrea, vicino alla ferrovia. E’ stato allievo dei maestri Felice Fasola e Luigi Sante Colonna; ha imparato a suonare il pianoforte, l’organo e anche la fisarmonica. Ha fatto parte come corista della Schola Cantorum di San Gaudenzio.

Poi è diventato giovane direttore di orchestre di musica leggera, compositore di canzoni, affinandosi con il celebre maestro Giorgio Federico Ghedini, sfollato a Borgosesia durante il periodo bellico.

Mario Mellier è stato un musicista completo e poliedrico. Fonda un complesso di fisarmonicisti; è cantore nelle corali; ha suonato i pianoforte anche nelle sale ove proiettavano i film muti. Negli anni Quaranta, in piena guerra mondiale, gli viene in mente di scrivere una canzone che intitola “Bambola”, una beguine moderata, con influenze dello swing americano. La musica è di Mellier, il testo è del paroliere torinese Eugenio Calzia.

“Bambola”, incisa dal famoso cantante Ernesto Bonino, riscuote immediatamente un grande successo, ed entra nel repertorio delle più quotate orchestre italiane. Otterrà eccellenti affermazioni anche all’estero ove la canzone di Mellier (edizioni Curci) sarà tradotta e cantata da “assi” come l’inglese Petula Clark (la cantante preferita da Chaplin) e dall’americano di colore, il celebre Nat “King” Cole.

 

 

In quei turbolenti anni quaranta, Mario Mellier sarà protagonista anche delle musiche di due fortunatissime e applauditissime riviste novaresi. Prodotti “casalinghi” di gran pregio presentate al teatro “Coccia”nel 1942 (“Chi l’ha visto?”) e nel 1943 (“Cercando un’onda”). Ideate dal pirotecnico artista Italo Calvari, oltre alle musiche di Mellier, quelle commedie musicali ante-litteram si avvalevano della collaborazione di Aldo Beldì, Cesare Tamagni, Daria Monina, Silvia Vesce, Giuseppe Fortis e di molti altri novaresi appassionati di teatro e ricchi di fantasia.

Mario Mellier nel dopoguerra organizza un’orchestra da ballo novarese di grande spessore con il violinista Verrua, i fratelli Cavenaghi, il trombettista Borotti, il sassofonista Vercelli, il batterista Besozzi, il trombonista Gino Capra. E altri musicisti di sostanza e di talento.

Suona alle sale da ballo dell’Eldorado e del Vittoria, d’estate sulla pista dell’hockey; scrive per gli editori novaresi Piero Leonardi e Gino Panagini. Sposa la figlia del famoso scrittore Eugenio Barisoni.

Ovviamente, Mellier compositore, sulla scia di “Bambola”, ha realizzato altre canzoni di successo, trovando interpreti ideali in Pat Boone, Flo Sandon’s, Natalino Otto, Tony Dallara, Peppino di Capri.

In età già avanzata, il musicista novarese ha collaborato a lungo con una casa editrice di Milano, dove ha “preparato” gli arrangiamenti per le voci di futuri campioni della canzone come Nicola Di Bari, Fausto Leali e Gilda Giuliani

Mario Mellier, che è morto nel 2001 alla bella età di 87 anni, ha partecipato a tre edizioni del Festival di Sanremo, con canzoni interessanti ma affidate dall’organizzazione ad interpreti giovani in attesa di lancio.

Resta nella memoria dei musicofili la sua eterna “Bambola” che ancora oggi si può ascoltare su Internet dalla squillante e suadente voce di Ernesto Bonino. Ma noi, bambini curiosi, ascoltavamo “Bambola” di Mario Mellier attraverso una vecchia radio Phonola di finta radica. C’era la guerra. La radio era un lusso prezioso.

 

[Nella foto in evidenza: da sinistra Gino Capra, Mellier, il violinista Verrua, la cantante Bea Coser, alla batteria Zara]

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Gianfranco Capra

Giornalista e scrittore, ha pubblicato numerosi libri sulla storia e suipersonaggi novaresi