Nomen est omen. Liliana, prima di sposarsi, faceva di cognome Battaglia. Ed è proprio il cognome che le si addiceva perchè Liliana Besta era veramente una donna battagliera, di temperamento, di rara intelligenza.
Una delle migliori donne del Novecento novarese, da accostare a Rina Musso, a Gioconda Fauser, alla marchesa Faraggiana, a Benvenuta Treves, a Lidia Ferrari, a Pina Ballario. E l’elenco potrebbe continuare.
Era nata nel 1927, ha frequentato il liceo Carlo Alberto, si è laureata in storia ed ha insegnato per trent’anni all’istituto tecnico “Mossotti” dal 1962 al 1992. Le sue lezioni di storia rimarranno indimenticabili per i suoi allievi e per chi ha avuto il piacere di sentirla.
Ha dedicato tutta la sua vita e il suo sapere alla scuola. Senza tralasciare il resto. Cioè la politica, il sociale, le istituzioni.
E’ sempre stata democristiana, vicina al presidente Scalfaro, dal quale ha anche ricevuto l’onorificenza di “Cavaliere della Repubblica”. E’ stata lei, nel 1995, a commemorare ufficialmente la grande donna Rina Musso, davanti al Capo dello Stato. L’altra relazione fu del capitano Enrico Massara.
Liliana ha insegnato per anni alla Università della Terza, diventandone poi presidente, dopo la scomparsa del fondatore Gaudenzio Lazzarino.
E’ stata presidente dell’associazione Novara-Europa, crescendo molti giovani all’idea dell’europeismo. Un’idea di valori e di contenuti ai quali credeva fermamente dichiarando più volte “Senza un’Europa unita e solidale non andiamo lontano!”. E aveva pienamente ragione.
L’ultima volta che l’abbiamo incontrata, dopo le frequentazioni nella sua casa di via Sesalli, è stato in occasione della presentazione di un mio libro sui cent’anni del presidente Scalfaro al “Kiwanis Club”. Era ancora vivace e polemica come ai bei tempi.
E’ morta a 93 anni. Se avesse potuto, il suo commento sarebbe stato come quello di Neruda “Confesso che ho vissuto”.