Il “bialbero” di Casorzo, meraviglia e magia della natura

Due piante, una secolare e maestosa, dall’aria solida e paziente ma anche un po’ severa; l’altra più giovane e  sbarazzina che si erge dritta protendendo, quasi in un inno, le fronde verso il cielo.

Nessun intervento “umano”, nessun “esperimento”: forse (sarebbe questa la spiegazione più accreditata), solo il casuale passaggio di un uccello che in volo ha lasciato cadere un nocciolo di ciliegio nell’incavo del tronco del gelso. E poi il tempo, la tenacia e la natura hanno fatto tutto il resto, realizzando una perfetta convivenza, all’insegna dell’equilibrio e della sintonia. (Nella foto il particolare del tronco del ciliegio in mezzo ai “bracci” del gelso)

E non bisogna andare neppure tanto lontano per vedere questa rarità: il “bialbero” è a Casorzo, uno dei tanti piccoli paesi che punteggiano le dolci colline del Monferrato astigiano, dove il tempo sembra scorrere più lento e dove tutto è scandito dal ritmo delle stagioni.

 

 

Trovarlo non è difficile. In paese tutti sono più che disponibili a dare indicazioni, anche perché ormai il bialbero è diventato meta di moltissimi turisti e curiosi.

Bisogna uscire dal borgo, imboccare la strada per Grana (la provinciale 38) e poco dopo, sulla destra, prendere una stradina che addentrandosi per un centinaio di metri in un campo, sul sentiero del Malvasia di Casorzo, porta ad un recinto, all’interno del quale è stata allestita un’area attrezzata, che “protegge” questa rarità, in compagnia di altri due antichi gelsi.

 

Molti la definiscono un “miracolo della natura”, anche perché casi di piante che crescono su altre, dicono gli esperti, non sono così rari ma quel che della “doppia pianta” di Casorzo ne fa un caso forse unico, sono le dimensioni e la longevità, un centinaio di anni il gelso, più di una ventina il ciliegio. Il fatto poi che entrambe godano di ottima salute lo dimostra l’abbondanza di frutti che in questa stagione ciascuna delle due regala, more bianche di gelso e piccole ciliegie selvatiche che punteggiano il prato sottostante. Il periodo migliore per vedere questo straordinario connubio è la primavera quando il gelso è ancora spoglio mentre il ciliegio è in piena fioritura.

In estate le rigogliose chiome di entrambe le piante confondono e nascondono bene il loro “segreto”;  occorre andare proprio sotto, vicinissimi all’imponente tronco del gelso, alzare lo sguardo per vedere quell’altro tronco, dritto e più liscio, che cresce al suo interno.

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Daniela Fornara

Daniela Fornara

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Il “bialbero” di Casorzo, meraviglia e magia della natura

Due piante, una secolare e maestosa, dall’aria solida e paziente ma anche un po’ severa; l’altra più giovane e  sbarazzina che si erge dritta protendendo, quasi in un inno, le fronde verso il cielo.

Nessun intervento “umano”, nessun “esperimento”: forse (sarebbe questa la spiegazione più accreditata), solo il casuale passaggio di un uccello che in volo ha lasciato cadere un nocciolo di ciliegio nell’incavo del tronco del gelso. E poi il tempo, la tenacia e la natura hanno fatto tutto il resto, realizzando una perfetta convivenza, all’insegna dell’equilibrio e della sintonia. (Nella foto il particolare del tronco del ciliegio in mezzo ai “bracci” del gelso)

E non bisogna andare neppure tanto lontano per vedere questa rarità: il “bialbero” è a Casorzo, uno dei tanti piccoli paesi che punteggiano le dolci colline del Monferrato astigiano, dove il tempo sembra scorrere più lento e dove tutto è scandito dal ritmo delle stagioni.

 

 

Trovarlo non è difficile. In paese tutti sono più che disponibili a dare indicazioni, anche perché ormai il bialbero è diventato meta di moltissimi turisti e curiosi.

Bisogna uscire dal borgo, imboccare la strada per Grana (la provinciale 38) e poco dopo, sulla destra, prendere una stradina che addentrandosi per un centinaio di metri in un campo, sul sentiero del Malvasia di Casorzo, porta ad un recinto, all’interno del quale è stata allestita un’area attrezzata, che “protegge” questa rarità, in compagnia di altri due antichi gelsi.

 

Molti la definiscono un “miracolo della natura”, anche perché casi di piante che crescono su altre, dicono gli esperti, non sono così rari ma quel che della “doppia pianta” di Casorzo ne fa un caso forse unico, sono le dimensioni e la longevità, un centinaio di anni il gelso, più di una ventina il ciliegio. Il fatto poi che entrambe godano di ottima salute lo dimostra l’abbondanza di frutti che in questa stagione ciascuna delle due regala, more bianche di gelso e piccole ciliegie selvatiche che punteggiano il prato sottostante. Il periodo migliore per vedere questo straordinario connubio è la primavera quando il gelso è ancora spoglio mentre il ciliegio è in piena fioritura.

In estate le rigogliose chiome di entrambe le piante confondono e nascondono bene il loro “segreto”;  occorre andare proprio sotto, vicinissimi all’imponente tronco del gelso, alzare lo sguardo per vedere quell’altro tronco, dritto e più liscio, che cresce al suo interno.

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata