La Voce dell’estate – Un itinerario tra fede, natura e leggende popolari

Inizia oggi la nuova rubrica estiva curata dall'Agenzia turistica locale novarese alla scoperta del territorio

Inizia oggi la nuova rubrica estiva curata dall’Agenzia turistica locale novarese che accompagna tra gli itinerari da seguire sul territorio: uno modo per conoscere e apprezzare destinazioni insolite e fuori dai grandi circuiti turistici, ricche di fascino, lungo le vie della storia, immersi nella natura tra leggende e tradizioni popolari antiche.

Partiamo da Borgo Ticino, di origine medievale e dipendente dai Borromeo dal XV al XVIII secolo. A nord del paese si trova il Santuario della Madonna delle Grazie, di fondazione medievale e documentata dal XII secolo; di quest’epoca resta solo il campanile a 5 piani con monofore e trifore. Un’interessante passeggiata conduce alla Riserva naturale orientata del Bosco Solivo, gestita dall’Ente Parco Ticino e Lago Maggiore. L’area si estende su circa 300 ettari e si presenta come una zona dolcemente ondulata e di particolare rilevanza paesaggistica, quasi totalmente interessata da depositi morenici dell’anfiteatro del Verbano e ospita una vegetazione forestale composta da pini, querce, castagni e rigogliosi boschi misti. L’itinerario porta fino all’interessante masso erratico di pietra serpentina di epoca glaciale e dalle dimensioni importanti, conosciuto come Prea Güzza, a cui è legata una leggenda: si narra che in questo luogo nascessero i bambini o comunque fosse legato a riti di fertilità, dove le gestanti si recavano per invocare una gravidanza e un parto favorevoli; le donne che desideravano avere figli, invece, si appoggiavano alla pietra per invocare la fecondità.

Uscendo dall’area del Bosco Solivo seguiamo le indicazioni per Revislate e poi per Gattico; una breve deviazione dalla provinciale conduce ad un altro imponente masso erratico nascosto tra i boschi, il Sass Malò, la cui leggenda narra che sotto a quel “sasso maledetto”, trasportato dalle streghe durante un’alluvione, si trovi il covo della mangia matài (la strega mangia bambini). Sempre secondo i racconti popolari, il Sasso è legato a riti propiziatori che le popolazioni celebravano in questo luogo offrendo preghiere e sacrifici per placare l’ira degli dei.

Ritornando sulla provinciale procediamo verso nord lungo la strada che conduce a Oleggio Castello e seguiamo le indicazioni per le suggestive rovine della Chiesa di San Martino, un luogo di grande fascino che merita sicuramente una visita. Fu menzionata per la prima volta in una bolla papale del 1113 e successivamente come Pieve. Da una visita pastorale del vescovo nel 1677 si apprende che la chiesa versa in cattive e malandate condizioni, forse dovute ad un incendio che ne causò ingenti danni. I resti, ben conservati grazie ad un recente restauro, ci restituiscono una basilica senza tetto a tre navate terminanti in altrettante absidi semicircolari, sei arcate sorrette da grossi pilastri quadrati, con muratura composta da grossi blocchi di pietra squadrata. La decorazione esterna è limitata alle cornici di archetti pensili; sopra il portale d’accesso si intravede un archivolto trapezoidale con una lunetta semicircolare.

Torniamo sulla provinciale 19 e, proseguendo verso nord, ci dirigiamo a Paruzzaro, dove nel cimitero possiamo ammirare la bellissima Chiesa di San Marcello, antica parrocchiale del borgo e di origine romanica. Le semplici forme esterne, con facciata a capanna e abside semicircolare, celano interessanti cicli di affreschi quattrocenteschi e cinquecenteschi, tra i quali si ammira una Madonna del Latte del 1488, attribuita a Giovanni Antonio Merli, scene della Vita e della Passione di Gesù riconducibili al Maestro di Postua e a Sperindio Cagnola, il Cristo Pantocratore coi simboli degli Evangelisti, Santi e gli Apostoli. Gioiello di architettura romanica è il Campanile, slanciato e armonico, la cui struttura è suddivisa in specchiature da cornici di archetti pensili, con aperture via via sempre più grandi.

Se hai bisogno di maggiori informazioni o suggerimenti per altri itinerari, contatta Agenzia Turistica Locale della Provincia di Novara, tel. 0321.394059, info@turismonovara.itwww.turismonovara.it

[ph: Emanuele Terazzi, Michela Pastore, Elisa Alliata, Federico Barra, Max Caligaris]

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Partiamo da Borgo Ticino, di origine medievale e dipendente dai Borromeo dal XV al XVIII secolo. A nord del paese si trova il Santuario della Madonna delle Grazie, di fondazione medievale e documentata dal XII secolo; di quest’epoca resta solo il campanile a 5 piani con monofore e trifore. Un’interessante passeggiata conduce alla Riserva naturale orientata del Bosco Solivo, gestita dall’Ente Parco Ticino e Lago Maggiore. L’area si estende su circa 300 ettari e si presenta come una zona dolcemente ondulata e di particolare rilevanza paesaggistica, quasi totalmente interessata da depositi morenici dell’anfiteatro del Verbano e ospita una vegetazione forestale composta da pini, querce, castagni e rigogliosi boschi misti. L’itinerario porta fino all’interessante masso erratico di pietra serpentina di epoca glaciale e dalle dimensioni importanti, conosciuto come Prea Güzza, a cui è legata una leggenda: si narra che in questo luogo nascessero i bambini o comunque fosse legato a riti di fertilità, dove le gestanti si recavano per invocare una gravidanza e un parto favorevoli; le donne che desideravano avere figli, invece, si appoggiavano alla pietra per invocare la fecondità.

Uscendo dall’area del Bosco Solivo seguiamo le indicazioni per Revislate e poi per Gattico; una breve deviazione dalla provinciale conduce ad un altro imponente masso erratico nascosto tra i boschi, il Sass Malò, la cui leggenda narra che sotto a quel “sasso maledetto”, trasportato dalle streghe durante un’alluvione, si trovi il covo della mangia matài (la strega mangia bambini). Sempre secondo i racconti popolari, il Sasso è legato a riti propiziatori che le popolazioni celebravano in questo luogo offrendo preghiere e sacrifici per placare l’ira degli dei.

Ritornando sulla provinciale procediamo verso nord lungo la strada che conduce a Oleggio Castello e seguiamo le indicazioni per le suggestive rovine della Chiesa di San Martino, un luogo di grande fascino che merita sicuramente una visita. Fu menzionata per la prima volta in una bolla papale del 1113 e successivamente come Pieve. Da una visita pastorale del vescovo nel 1677 si apprende che la chiesa versa in cattive e malandate condizioni, forse dovute ad un incendio che ne causò ingenti danni. I resti, ben conservati grazie ad un recente restauro, ci restituiscono una basilica senza tetto a tre navate terminanti in altrettante absidi semicircolari, sei arcate sorrette da grossi pilastri quadrati, con muratura composta da grossi blocchi di pietra squadrata. La decorazione esterna è limitata alle cornici di archetti pensili; sopra il portale d’accesso si intravede un archivolto trapezoidale con una lunetta semicircolare.

Torniamo sulla provinciale 19 e, proseguendo verso nord, ci dirigiamo a Paruzzaro, dove nel cimitero possiamo ammirare la bellissima Chiesa di San Marcello, antica parrocchiale del borgo e di origine romanica. Le semplici forme esterne, con facciata a capanna e abside semicircolare, celano interessanti cicli di affreschi quattrocenteschi e cinquecenteschi, tra i quali si ammira una Madonna del Latte del 1488, attribuita a Giovanni Antonio Merli, scene della Vita e della Passione di Gesù riconducibili al Maestro di Postua e a Sperindio Cagnola, il Cristo Pantocratore coi simboli degli Evangelisti, Santi e gli Apostoli. Gioiello di architettura romanica è il Campanile, slanciato e armonico, la cui struttura è suddivisa in specchiature da cornici di archetti pensili, con aperture via via sempre più grandi.

Se hai bisogno di maggiori informazioni o suggerimenti per altri itinerari, contatta Agenzia Turistica Locale della Provincia di Novara, tel. 0321.394059, info@turismonovara.itwww.turismonovara.it

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