Stresa Festival, la Banda Osiris in scena allo Sporting di Lesa

Una partita di tennis in musica al campo centrale

Cosa ci fanno quattro musicisti su di un campo da tennis? Giocano. Giocano con la musica. In un susseguirsi di rimpalli musicali i quattro si scatenano in una girandola di gag vorticose da lasciare senza fiato. E’ un gioco vario ed imprevedibile il loro. Colpi da maestro travestiti da ingenuità da dilettanti. Una vera partita (non solo musicale) giocata con la profondità e l’entusiasmo di giocatori-musicisti carichi di esperienza.

E diventa un viaggio musical-teatrale ai confini della realtà. Un inno all’amore per la musica travestito da manuale per evitare i musicisti e il loro gramo mestiere. Un antidoto contro le false speranze del musicista fai-da-te. Attraversando musica composta e scomposta, musica da camera e da balcone, Beatles e Čajkovskij, la Banda Osiris tratteggia il ritratto impietoso della figura del musicista. Tra le risate arriva il vero messaggio: la musica può riempirti la vita, ma va coltivata con rigore, creatività e passione. Tagliando e cucendo musica classica e leggera, jazz e rock, il furore dissacratore della Banda Osiris si concentra, in questo spettacolo, sul mestiere stesso di musicista. Con l’abilità mimica, strumentale e canora che li contraddistingue, i quattro protagonisti, Sandro Berti (mandolino, trombone), Gianluigi Carlone (voce, sax), Roberto Carlone (trombone, tastiere) e Giancarlo Macrì (batteria, bassotuba), si divertono con ironia a elargire provocatori consigli: dal perché è meglio evitare di diventare musicisti a come dissuadere i bambini ad avvicinarsi alla musica, da quali siano gli strumenti musicali da non suonare a come eliminare i musicisti più insopportabili.

Unica differenza con un vero match tennistico è quello che non ci sono pause, tie break, cambi di campo; tutto si gioca d’un sol fiato senza mai interrompersi. E il silenzio non è d’obbligo, ma ogni istante è buono per ridere sonoramente.

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Redazione

Redazione

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Stresa Festival, la Banda Osiris in scena allo Sporting di Lesa

Una partita di tennis in musica al campo centrale

Cosa ci fanno quattro musicisti su di un campo da tennis? Giocano. Giocano con la musica. In un susseguirsi di rimpalli musicali i quattro si scatenano in una girandola di gag vorticose da lasciare senza fiato. E’ un gioco vario ed imprevedibile il loro. Colpi da maestro travestiti da ingenuità da dilettanti. Una vera partita (non solo musicale) giocata con la profondità e l’entusiasmo di giocatori-musicisti carichi di esperienza.

E diventa un viaggio musical-teatrale ai confini della realtà. Un inno all’amore per la musica travestito da manuale per evitare i musicisti e il loro gramo mestiere. Un antidoto contro le false speranze del musicista fai-da-te. Attraversando musica composta e scomposta, musica da camera e da balcone, Beatles e Čajkovskij, la Banda Osiris tratteggia il ritratto impietoso della figura del musicista. Tra le risate arriva il vero messaggio: la musica può riempirti la vita, ma va coltivata con rigore, creatività e passione. Tagliando e cucendo musica classica e leggera, jazz e rock, il furore dissacratore della Banda Osiris si concentra, in questo spettacolo, sul mestiere stesso di musicista. Con l’abilità mimica, strumentale e canora che li contraddistingue, i quattro protagonisti, Sandro Berti (mandolino, trombone), Gianluigi Carlone (voce, sax), Roberto Carlone (trombone, tastiere) e Giancarlo Macrì (batteria, bassotuba), si divertono con ironia a elargire provocatori consigli: dal perché è meglio evitare di diventare musicisti a come dissuadere i bambini ad avvicinarsi alla musica, da quali siano gli strumenti musicali da non suonare a come eliminare i musicisti più insopportabili.

Unica differenza con un vero match tennistico è quello che non ci sono pause, tie break, cambi di campo; tutto si gioca d’un sol fiato senza mai interrompersi. E il silenzio non è d’obbligo, ma ogni istante è buono per ridere sonoramente.

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata