Vespolate-Tornaco, stop Unione comuni terre d’acque. Stato di agitazione dei sindacati

Il comune di Vespolate ha deciso di sciogliere l'accordo. Fp Cgil interviene. Il sindaco di Tornaco: «Mi auguro di avere al più presto un confronto»

È Francesco Orlandi, componente di segreteria e responsabile del comparto Funzioni Locali Fp Cgil Novara Vco a proclamare lo stato di agitazione dopo che il comune di Vespolate ha deciso di sciogliere l’Unione dei comuni terre d’acque a far data dal 1 gennaio 2025.

La vicenda riguarda l’Unione costituita tra i comuni di Vespolate, appunto, e Tornaco per condividere i servizi ai cittadini e garantire una migliore efficienza degli uffici. Se la decisione di uscire dall’ente dovesse essere definitiva, a pagarne le conseguenze non sarebbero solo gli 11 dipendenti che dovrebbero essere ricollocati, ma anche i cittadini dei due comuni che vedrebbero peggiorare i servizi offerti.

Secondo Fp Cgil «i dipendenti unionali, con le loro professionalità messe a servizio della cittadinanza, non possono essere considerati pacchi postali, e oggi, a poco più di due mesi dallo scioglimento, non sappiamo nulla circa la loro prossima destinazione». Per questo Fp Cgil insieme al personale dell’Unione «si dichiara preoccupata e rammaricata per la condotta politica intrapresa che ha prevaricato l’interesse dei cittadini e del buon funzionamento dell’amministrazione pubblica».

Il sindaco di Tornaco, Giovanni Caldarelli, spiega che «senza volontà di polemica, la necessità è quella di capire al più presto come il comune di Vespolate intenda procedere per rendere effettiva la decisione. Alcuni passaggi tecnici richiedono delle tempistiche abbastanza celeri, mi auguro di avere al più presto un confronto per capire come agire» nella speranza che venga accolta la proposta al comune di Vespolate «di posticipare la decorrenza al primo gennaio 2026 in maniera tale da permettere di affrontare tutti i passaggi burocratici con il tempo necessario per garantire la tutela di dipendenti e cittadini».

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Il comune di Vespolate ha deciso di sciogliere l’accordo. Fp Cgil interviene. Il sindaco di Tornaco: «Mi auguro di avere al più presto un confronto»

È Francesco Orlandi, componente di segreteria e responsabile del comparto Funzioni Locali Fp Cgil Novara Vco a proclamare lo stato di agitazione dopo che il comune di Vespolate ha deciso di sciogliere l'Unione dei comuni terre d'acque a far data dal 1 gennaio 2025.

La vicenda riguarda l'Unione costituita tra i comuni di Vespolate, appunto, e Tornaco per condividere i servizi ai cittadini e garantire una migliore efficienza degli uffici. Se la decisione di uscire dall'ente dovesse essere definitiva, a pagarne le conseguenze non sarebbero solo gli 11 dipendenti che dovrebbero essere ricollocati, ma anche i cittadini dei due comuni che vedrebbero peggiorare i servizi offerti.

Secondo Fp Cgil «i dipendenti unionali, con le loro professionalità messe a servizio della cittadinanza, non possono essere considerati pacchi postali, e oggi, a poco più di due mesi dallo scioglimento, non sappiamo nulla circa la loro prossima destinazione». Per questo Fp Cgil insieme al personale dell’Unione «si dichiara preoccupata e rammaricata per la condotta politica intrapresa che ha prevaricato l’interesse dei cittadini e del buon funzionamento dell’amministrazione pubblica».

Il sindaco di Tornaco, Giovanni Caldarelli, spiega che «senza volontà di polemica, la necessità è quella di capire al più presto come il comune di Vespolate intenda procedere per rendere effettiva la decisione. Alcuni passaggi tecnici richiedono delle tempistiche abbastanza celeri, mi auguro di avere al più presto un confronto per capire come agire» nella speranza che venga accolta la proposta al comune di Vespolate «di posticipare la decorrenza al primo gennaio 2026 in maniera tale da permettere di affrontare tutti i passaggi burocratici con il tempo necessario per garantire la tutela di dipendenti e cittadini».

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