«E’ vergognoso, non ci sentiamo responsabili»

«Non ci sentiamo responsabili. Non ci sentiamo responsabili». Lo ripete Maurizio Lo Vecchio, il gestore del Celebrità e presidente Silb, l’ente che rappresenta le imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo delle province di Novara e Vco. L’ordinanza del Ministero della Salute parla chiaro: “Sono sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso”, discoteche chiuse fino al 7 settembre. Ordinanza attiva da oggi, lunedì 17 agosto, con le discoteche che avevano riaperto il 31 luglio, quelle all’aperto.

 

 

«Non ci sentiamo responsabili.Prendiamo atto del provvedimento, basato su un aumento dei contagi, ma non ci sentiamo responsabili, – ribadisce Lo Vecchio – le nostre attività hanno lavorato al pari di altri settori della società: la gente vive a contatto e spesso si assembra in ogni dove da due mesi a questa parte. In spiaggia, al bar, per strada, ovunque e le attività rimangono aperte». Secondo il presidente Silb la situazione è chiara, «la discoteca è il grande capro espiatorio. Abbiamo sanificato, tracciato, imposto regole come tutti ma non è bastato perché ora i responsabili dell’avanzamento del virus siamo noi, i giovani e le vacanze. E’ un provvedimento che accettiamo, ma staremo attenti. Staremo attenti ai numeri nei prossimi giorni e agiremo di conseguenza».

E ai gestori servono risorse economiche: «Siamo chiusi da febbraio, per quanto riguarda i miei lavoratori pochi han preso la cassa integrazione, io ho potuto pagare poche mensilità ma rimangono affitti e tasse come per tutte le altre persone che lavorano in altre realtà imprenditoriali, – dice – Quello nei nostri confronti è un pregiudizio vergognoso, come in ogni realtà ci possono essere pecore nere, ma sono dei casi. Se un insegnante non è all’altezza il provvedimento sarà preso nei suoi confronti non nell’intera categoria, lo stesso dovrebbe valere per gli altri, noi compresi». E conclude: «Noi imprenditori di discoteche facciamo rispettare le regole, c’è chi le viola, ma la colpa è di quella persona».

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«E’ vergognoso, non ci sentiamo responsabili»

«Non ci sentiamo responsabili. Non ci sentiamo responsabili». Lo ripete Maurizio Lo Vecchio, il gestore del Celebrità e presidente Silb, l’ente che rappresenta le imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo delle province di Novara e Vco. L’ordinanza del Ministero della Salute parla chiaro: “Sono sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso”, discoteche chiuse fino al 7 settembre. Ordinanza attiva da oggi, lunedì 17 agosto, con le discoteche che avevano riaperto il 31 luglio, quelle all’aperto.

 

 

«Non ci sentiamo responsabili.Prendiamo atto del provvedimento, basato su un aumento dei contagi, ma non ci sentiamo responsabili, – ribadisce Lo Vecchio – le nostre attività hanno lavorato al pari di altri settori della società: la gente vive a contatto e spesso si assembra in ogni dove da due mesi a questa parte. In spiaggia, al bar, per strada, ovunque e le attività rimangono aperte». Secondo il presidente Silb la situazione è chiara, «la discoteca è il grande capro espiatorio. Abbiamo sanificato, tracciato, imposto regole come tutti ma non è bastato perché ora i responsabili dell’avanzamento del virus siamo noi, i giovani e le vacanze. E’ un provvedimento che accettiamo, ma staremo attenti. Staremo attenti ai numeri nei prossimi giorni e agiremo di conseguenza».

E ai gestori servono risorse economiche: «Siamo chiusi da febbraio, per quanto riguarda i miei lavoratori pochi han preso la cassa integrazione, io ho potuto pagare poche mensilità ma rimangono affitti e tasse come per tutte le altre persone che lavorano in altre realtà imprenditoriali, – dice – Quello nei nostri confronti è un pregiudizio vergognoso, come in ogni realtà ci possono essere pecore nere, ma sono dei casi. Se un insegnante non è all’altezza il provvedimento sarà preso nei suoi confronti non nell’intera categoria, lo stesso dovrebbe valere per gli altri, noi compresi». E conclude: «Noi imprenditori di discoteche facciamo rispettare le regole, c’è chi le viola, ma la colpa è di quella persona».

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