I rimpasti politici non sono mai semplici aggiustamenti tecnici, ma spesso sintomi di tensioni interne che minano la stabilità di una maggioranza. Il recente rimpasto a Trecate ha avuto ripercussioni evidenti, riaffiorate nella lunga e tesa seduta del consiglio comunale di ieri, 11 marzo, terminata a notte fonda. Dopo le assenze strategiche della maggioranza e il subentro della consigliera Antonella Raimondi in sostituzione dell’uscente Tiziana Napoli – promossa assessora –, il sindaco Federico Binatti ha voluto riassegnare alcune deleghe per riequilibrare le forze in giunta.
La Lega ha ottenuto il settore dei Lavori pubblici con il capogruppo Mattia Felicetta e mantenuto la Cultura con Patrizia Dattrino, non senza polemiche. La delega alla Cultura, infatti, inizialmente promessa (e anche assegnata) a Michela Cigolini di Fratelli d’Italia, ha scatenato un braccio di ferro tra i due partiti della coalizione. La mediazione tra le segreterie politiche ha portato alla soluzione di compromesso: Cigolini si è vista assegnare il Commercio, mentre la fedelissima di Binatti, Rosa Criscuolo, ha ricevuto l’Urbanistica.
Se queste modifiche siano semplici scosse di assestamento o il preludio di fratture più profonde è ancora da vedere. Tuttavia, il dato politico è chiaro: la maggioranza si regge su soli nove voti (otto sono quelli di minoranza) il minimo indispensabile per approvare gli atti consiliari. La fragile tenuta della coalizione ha, dunque, richiesto l’intervento diretto delle segreterie provinciali di Lega e Fdi per evitare rotture definitive. Il rischio di una paralisi amministrativa rimane concreto, con un equilibrio sempre più precario e una crescente sfiducia tra gli alleati.
In questo contesto le opposizioni non hanno perso tempo per affondare il colpo, presentando un’interrogazione urgente – a firma di Giorgio Capoccia – per verificare un possibile conflitto di interessi di Cigolini, proprietaria di un negozio in centro e ora titolare della delega al Commercio. La consigliera ha minimizzato il problema dichiarando che il suo nuovo incarico le porterà «più svantaggi che vantaggi», ma il caso resta aperto e rappresenta un altro elemento di tensione nella gestione dell’amministrazione.
A rendere ancora più teso il clima politico ci ha pensato il dibattito sulla sicurezza. La mozione delle minoranze, che chiedeva pattugliamenti della Polizia locale e un tavolo di coordinamento con le forze dell’ordine per affrontare l’episodio di furti di gennaio, è stata respinta. L’assessore alla Sicurezza Alessandro Pasca ha dichiarato che il potenziamento dell’organico è già in atto dal 2019, mentre l’assessora Criscuolo ha cercato di ridimensionare la questione parlando di “percezione” dell’insicurezza amplificata dai social e ha parlato dell’incontro avvenuto con i commercianti: «In realtà ai tavoli tecnici riferiscono che siamo nella media, è chiaro che l’episodio di gennaio ha aumentato la percezione di insicurezza che viene anche enfatizzata dai social e dalla diffusione virale delle notizie». Una posizione che non ha convinto le minoranze, le quali hanno accusato la maggioranza di disattendere il programma elettorale del sindaco Binatti.
Punti cruciali del consiglio state le mozioni sul progetto della piscina comunale, quest’ultima casus belli della crisi politica interna alla maggioranza. Il primo testo, presentato dalle opposizioni per fermare l’iter e valutare alternative al leasing da 6 milioni di euro, è stata bocciata. È passata, invece, la mozione presentata da Lega e Fdi per sottoporre il progetto a un parere tecnico, giuridico ed economico-finanziario del DIPE/CIPESS. Una pratica consolidata dal comune di Novara sui progetti di partenariato pubblico-privato, come ha rimarcato Raffaele Sacco (Trecate Domani) che nel suo intervento ha dichiarato: «Il consigliere Felicetta ha dimenticato di ringraziare qualcuno a Novara per la mozione» alludendo al sindaco del capoluogo Alessandro Canelli. La frattura interna alla maggioranza è emersa in modo clamoroso anche sulla variazione di bilancio bocciata il 5 febbraio.
Su tutti questi punti le opposizioni hanno rifiutato di partecipare al voto, denunciando l’assenza di documentazione adeguata e accusando la giunta di improvvisazione. A quel punto, la Lega (Felicetta) ha forzato la mano chiedendo la votazione per appello nominale, con il sindaco Binatti che ha sollecitato il capogruppo di Fdi, Michele Musone, a esprimersi a favore. «Michele, di’ che sei favorevole alla votazione per appello nominale» ha detto il primo cittadino.
Se l’obiettivo era mettere un punto alla crisi, il risultato sembra tutt’altro che raggiunto. La sensazione è che dietro l’apparente ricomposizione si celi una maggioranza logorata da continui rimpasti e da un equilibrio politico sempre più precario. Con soli nove voti a disposizione, ogni frizione potrebbe trasformarsi nell’elemento scatenante di una crisi definitiva. Trecate rischia di trovarsi con un’amministrazione paralizzata, ostaggio delle tensioni interne alla coalizione.