L’amministrazione comunale posiziona la seconda panchina rossa e si accende il dibattito, in consiglio comunale e anche fra i cittadini. La seconda panchina rossa (la prima è nel parco dedicato a Oriana Fallaci sempre in via Novara) si trova da qualche giorno in via Novara 14, angolo via Trieste e per la precisione è all’interno di un posteggio e dà le spalle a un parcheggio di biciclette, sempre all’interno dello stallo. Installazione approvata con una mozione di novembre del consigliere Patrizia Dattrino insieme alle altre figure femminili della maggioranza. Fra i cittadini c’è chi pensa che la posizione non sia delle migliori, perché poco visibile, perché in uno spazio poco significativo e per i più pratici porta via anche un posteggio alle auto e c’è apprezza augurando che la panchina stessa non subisca atti di vandalismo.
«Sicuramente si sarebbe potuto scegliere un posto migliore, noi stessi avevamo proposto la piazza, perché in un luogo ben visibile, oppure davanti a una scuola anche come esempio per i giovani, – dice il consigliere di minoranza Pietro Campa – ma le nostre proposte non sono state prese in considerazione».
Proprio secondo Campa però il problema è un altro e lo ha spiegato nell’ultimo consiglio comunale del 9 febbraio. «Il consigliere Dattrino si è espressa sui social tramite post affermando che gli uomini dovrebbero restare in silenzio davanti alla violenza sulle donne, siamo feriti personalmente e politicamente». Il consigliere di maggioranza ha prontamente risposto: «Ho scritto “silenzio” fra virgolette proprio perché il intento non era quello di tappare la bocca ad alcuno, siamo in un paese democratico e ciascuno si può esprimere. Siete dei provocatori. Forse non è chiaro un aspetto, – ha detto la Dattrino – la panchina è un simbolo, in qualunque posto venga collocata, anche in mezzo alla strada, per principio non dovrebbero esserci contestazioni».
Quella di martedì sera è stata una discussione nella discussione: sì perché qualcuno ha anche valutato inappropriato il momento della discussione; Campa ha preso parola durante la mozione di Patrizia Coraia sull’intitolazione al teatro comunale. Alcuni colleghi hanno quindi valutato fuoriluogo la critica e c’è chi è andato pesante, come il consigliere Mauro Bricco: «Si sente il rumore delle unghie sui vetri. Le vostre parole sono insignificanti, pretestuose e insulse». La minoranza ha ribadito: «Il momento era appropriato, noi ci rivolgiamo all’atteggiamento delle mozioni».
E ancora si è discusso anche della paternità dell’idea della panchina: sia Filippo Sansottera, sia Claudio Colli hanno ricordato che Dattrino per un lungo periodo non aveva voluto saperne di panchine. «Ero stato io, maschietto, – ha detto Colli ironicamente – a spingere su questo argomento».
Altri i consiglieri, di minoranza e maggioranza, che sono intervenuti ancora, a creare un doppio schieramento, chi a favore della critica, chi a favore della maggioranza.