Consigli di lettura in occasione della Giornata Mondiale della Terra

Domani, 22 aprile, è la Giornata Mondiale della Terra, la più importante manifestazione ambientale che vede i cittadini del mondo uniti per celebrare il Pianeta e promuoverne la salvaguardia. Già fortemente voluta dal Presidente J. F. Kennedy nel clima di protesta contro la guerra in Vietnam, nasce poi ufficialmente il 22 aprile 1970, quando 20 milioni di americani si mobilitarono per sensibilizzare l’opinione pubblica in seguito al disastro ambientale della fuoriuscita di petrolio da un pozzo sulle coste della California.

Da allora nel corso degli anni in occasione dell’evento sono cresciute le attività, la copertura mediatica e la partecipazione internazionale, che vede oggi il coinvolgimento di più di un miliardo di persone a sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali.

Senza troppo preoccuparci dei negazionisti, noi siamo sicuri di saperne abbastanza? Perchè il rapporto tra noi umani e la Terra che abitiamo cambia continuamente anche in quello che ne conosciamo: nelle nostre scuole il tempo dedicato all’insegnamento della geografia è stato ridotto, Google Maps ha cambiato il nostro rapporto con lo spazio e i movimenti, la geopolitica è diventata di nuovo un tema di discussione, per tragiche ragioni.

C’è molto da conoscere e da capire sul pianeta e su quello che ne abbiamo fatto. E per contribuire a celebrare la bellezza della Terra e la necessità di preservare la vita e la pace, non è necessario trasformarci in supereroi, ma è utile e fondamentale leggere, l’unico strumento per imparare, ragionare, capire, conoscere.

“La Terra è rotonda” è il quinto numero di “Cose spiegate bene”, la rivista cartacea del Post realizzata in collaborazione con Iperborea: ci spiega che saper stare al mondo significa innanzitutto conoscere gli spazi vicini e distanti e come influiscono sulle nostre vite, da quando ci svegliamo la mattina a quando raggiungiamo un luogo lontano, magari agli antipodi.

Dato che non abbiamo un pianeta di riserva e non è necessario né utile trasformarci in attivisti esagitati all’assalto dei musei,’possiamo salvare il mondo, prima di cena’: parola dello scrittore Jonatan Safran Foer, che intitola così il suo bestseller e affronta la questione climatica a partire dal tema dell’alimentazione, uno dei settori in cui anche l’impegno dei singoli può avere risultati importanti. Unendo lo stile del memoir all’appassionata urgenza del pamphlet, ci invita a superare l’atteggiamento del ‘sapere senza credere’, pena l’impossibilità di qualsiasi cambiamento.

Su come il mondo culturale si pone di fronte a un evento epocale come quello del cambiamento climatico si interroga Amitav Ghosh in La grande cecità”: lo scrittore indiano nota che, quando le problematiche ambientali entrano a far parte di opere narrative, quasi sempre sono catalogate come storie fantascientifiche, anche se le conseguenze dell’emergenza climatica sono reali e già presenti di fronte ai nostri occhi.

Io ho letto come un’avventura straordinaria “L’incredibile viaggio delle piante” di Stefano Mancuso: ho scoperto che le piante viaggiano intorno al mondo, portano la vita su isole sterili, sono state in grado di crescere in luoghi inaccessibili e inospitali, riescono a viaggiare attraverso il tempo, convincono gli animali a farsi trasportare ovunque. E non è fantascienza.

Se ancora dubitiamo che un romanzo possa raccontare un dramma ecologico reale, utilizzando la ricchezza degli strumenti narrativi, dal reportage d’autore, all’inchiesta giornalistica, all’autobiografia, alla riflessione saggistica, al racconto vero e proprio, Daniele Rielli ci regala invece con “Il fuoco invisibile” vicende, personaggi, pietas, ironia, contraddizioni, illusioni e nostalgie a partire dalle vicende legate all’arrivo in Puglia di Xylella, un batterio che ha causato la più grave epidemia di ulivi nella storia del Mediterraneo, un patrimonio insostituibile di alberi millenari.

In un momento in cui l’intrattenimento ha subito una trasformazione significativa, guidata dall’avvento delle nuove tecnologie e dall’evoluzione del comportamento dei consumatori, vivere senza leggere può risultare pericoloso.

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

Condividi l'articolo

© 2020-2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Claudia Cominoli

Claudia Cominoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Condividi

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Leggere per salvare il Pianeta

Consigli di lettura in occasione della Giornata Mondiale della Terra

Domani, 22 aprile, è la Giornata Mondiale della Terra, la più importante manifestazione ambientale che vede i cittadini del mondo uniti per celebrare il Pianeta e promuoverne la salvaguardia. Già fortemente voluta dal Presidente J. F. Kennedy nel clima di protesta contro la guerra in Vietnam, nasce poi ufficialmente il 22 aprile 1970, quando 20 milioni di americani si mobilitarono per sensibilizzare l’opinione pubblica in seguito al disastro ambientale della fuoriuscita di petrolio da un pozzo sulle coste della California.

Da allora nel corso degli anni in occasione dell’evento sono cresciute le attività, la copertura mediatica e la partecipazione internazionale, che vede oggi il coinvolgimento di più di un miliardo di persone a sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali.

Senza troppo preoccuparci dei negazionisti, noi siamo sicuri di saperne abbastanza? Perchè il rapporto tra noi umani e la Terra che abitiamo cambia continuamente anche in quello che ne conosciamo: nelle nostre scuole il tempo dedicato all’insegnamento della geografia è stato ridotto, Google Maps ha cambiato il nostro rapporto con lo spazio e i movimenti, la geopolitica è diventata di nuovo un tema di discussione, per tragiche ragioni.

C’è molto da conoscere e da capire sul pianeta e su quello che ne abbiamo fatto. E per contribuire a celebrare la bellezza della Terra e la necessità di preservare la vita e la pace, non è necessario trasformarci in supereroi, ma è utile e fondamentale leggere, l’unico strumento per imparare, ragionare, capire, conoscere.

"La Terra è rotonda" è il quinto numero di “Cose spiegate bene”, la rivista cartacea del Post realizzata in collaborazione con Iperborea: ci spiega che saper stare al mondo significa innanzitutto conoscere gli spazi vicini e distanti e come influiscono sulle nostre vite, da quando ci svegliamo la mattina a quando raggiungiamo un luogo lontano, magari agli antipodi.

Dato che non abbiamo un pianeta di riserva e non è necessario né utile trasformarci in attivisti esagitati all’assalto dei musei,’possiamo salvare il mondo, prima di cena’: parola dello scrittore Jonatan Safran Foer, che intitola così il suo bestseller e affronta la questione climatica a partire dal tema dell’alimentazione, uno dei settori in cui anche l’impegno dei singoli può avere risultati importanti. Unendo lo stile del memoir all’appassionata urgenza del pamphlet, ci invita a superare l’atteggiamento del ‘sapere senza credere’, pena l’impossibilità di qualsiasi cambiamento.

Su come il mondo culturale si pone di fronte a un evento epocale come quello del cambiamento climatico si interroga Amitav Ghosh in La grande cecità”: lo scrittore indiano nota che, quando le problematiche ambientali entrano a far parte di opere narrative, quasi sempre sono catalogate come storie fantascientifiche, anche se le conseguenze dell’emergenza climatica sono reali e già presenti di fronte ai nostri occhi.

Io ho letto come un’avventura straordinaria “L’incredibile viaggio delle piante” di Stefano Mancuso: ho scoperto che le piante viaggiano intorno al mondo, portano la vita su isole sterili, sono state in grado di crescere in luoghi inaccessibili e inospitali, riescono a viaggiare attraverso il tempo, convincono gli animali a farsi trasportare ovunque. E non è fantascienza.

Se ancora dubitiamo che un romanzo possa raccontare un dramma ecologico reale, utilizzando la ricchezza degli strumenti narrativi, dal reportage d’autore, all’inchiesta giornalistica, all’autobiografia, alla riflessione saggistica, al racconto vero e proprio, Daniele Rielli ci regala invece con “Il fuoco invisibile” vicende, personaggi, pietas, ironia, contraddizioni, illusioni e nostalgie a partire dalle vicende legate all’arrivo in Puglia di Xylella, un batterio che ha causato la più grave epidemia di ulivi nella storia del Mediterraneo, un patrimonio insostituibile di alberi millenari.

In un momento in cui l’intrattenimento ha subito una trasformazione significativa, guidata dall’avvento delle nuove tecnologie e dall’evoluzione del comportamento dei consumatori, vivere senza leggere può risultare pericoloso.

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata