Una conferma del lento ritorno alla vita normale è che in questi giorni tra i miei studenti impazza il tototema di Maturità: Verga o Pasolini? Tra celebrazioni e scottante attualità però, ci sono anche l’anniversario di Falcone e Borsellino, l’emergenza climatica e la guerra in Ucraina.

Senza rimpianti per la didattica a distanza, la scuola prova ad archiviare lo stato di emergenza legato al Covid e, speriamo, anche le polemiche sulla manica larga degli insegnanti nei due anni precedenti, quelli della esperienza ‘light’ dell’Esame di Stato.

Tra i 480 mila maturandi che attendono la traccia direttamente dal Ministero ce ne sono 20 che mi sono particolarmente cari: a loro non voglio né dare consigli né proporre ipotesi, ma regalare ancora una volta le parole della poesia.

“A tutti i giovani raccomando” è un invito che arriva da Alda Merini, chiaro e diretto, perché le nuove generazioni abbiano a cuore la cultura e sappiano che la poesia è un luogo dove è interessante abitare.

‘Aprite i libri con religione, / non guardateli superficialmente / perché in essi è racchiuso il coraggio dei padri. / E richiudeteli con dignità / quando dovete occuparvi di altre cose.’

Attenzione e curiosità sono i presupposti per comprendere il valore della letteratura e gustarne il piacere, ma la poetessa ci richiama al rispetto per chi, scrivendo libri e versi, ha consacrato la vita alla crescita spirituale dell’umanità, spesso facendo risuonare una voce scomoda e controcorrente.

‘Ma soprattutto amate i poeti. / Essi hanno vangato per voi la terra / per tanti anni, non per costruire tombe, / o simulacri, ma altari.

I poeti scavano nel proprio mondo interiore per restituirci parole di verità, consolazione e conforto. E’ un lavoro duro e pericoloso scendere negli abissi dell’anima, non si sa cosa si può scoprire; i poeti smuovono la terra di traumi rimossi, i drammi o la banalità di un mondo spesso infelice e limitato, per allargare gli orizzonti della nostra visione, per fissare la memoria, per consacrare come su un altare desideri, passioni, ideali e sogni, anche quelli inconfessabili.

‘Pensate che potete camminare su di noi / come su dei grandi tappeti / e volare oltre questa triste realtà quotidiana’.

I poeti sono dei padri che ci consegnano un’eredità preziosa e delicata. Nella società dei consumi le prime ad essere consumate sono le parole, perse in una quantità estranea di oggetti in un mondo inabitabile, che rende la custodia del pensiero sempre più difficile. Solo la poesia può preservare dall’oblio, può ridare il nome alle cose per le quali e con le quali vale la pena vivere.

In un altro testo, sempre dedicato ai giovani, Alda Merini scrive: ‘Giovanetti, scendete lungo i rivi / del vostro linguaggio / prendete la prima parola / portatela alla bocca / e sappiate che basta un segno / per far fiorire un vaso’.

I poeti ci hanno lasciato una traccia da seguire, su cui camminare verso nuove mete; a differenza loro, nessun progresso tecnologico è riuscito a fabbricare tappeti volanti che ci consentano di trascendere una realtà deludente e meschina, quei ‘macigni sul cuore’ su cui anche Calvino ci consigliava di ‘planare dall’alto, perché leggerezza non è superficialità’.

Anzi, spero che i miei maturandi abbiano imparato dalla poesia a vivere l’esistenza in maniera piena, a riconoscere le proprie passioni per trasformarle in mestiere, e si ricordino della scuola, pur con tutti i suoi limiti e difetti, come un luogo di incontro e condivisione di saperi e di esperienze.

E’ ora di uscire da qui, di trovare il loro posto nel mondo e di vivere con amore la vita, ‘pieni di speranza gelida / che poi diventerà amore / sappiate da un poeta / che l’amore è una spiga d’oro / che cresce nel vostro pensiero / esso abita le cime più alte / e vive nei vostri capelli.’

E’ ora di salire su un tappeto e ‘volare oltre’, per planare leggeri sulla nostra pesante realtà.

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Una conferma del lento ritorno alla vita normale è che in questi giorni tra i miei studenti impazza il tototema di Maturità: Verga o Pasolini? Tra celebrazioni e scottante attualità però, ci sono anche l’anniversario di Falcone e Borsellino, l’emergenza climatica e la guerra in Ucraina.

Senza rimpianti per la didattica a distanza, la scuola prova ad archiviare lo stato di emergenza legato al Covid e, speriamo, anche le polemiche sulla manica larga degli insegnanti nei due anni precedenti, quelli della esperienza ‘light’ dell’Esame di Stato.

Tra i 480 mila maturandi che attendono la traccia direttamente dal Ministero ce ne sono 20 che mi sono particolarmente cari: a loro non voglio né dare consigli né proporre ipotesi, ma regalare ancora una volta le parole della poesia.

“A tutti i giovani raccomando” è un invito che arriva da Alda Merini, chiaro e diretto, perché le nuove generazioni abbiano a cuore la cultura e sappiano che la poesia è un luogo dove è interessante abitare.

‘Aprite i libri con religione, / non guardateli superficialmente / perché in essi è racchiuso il coraggio dei padri. / E richiudeteli con dignità / quando dovete occuparvi di altre cose.’

Attenzione e curiosità sono i presupposti per comprendere il valore della letteratura e gustarne il piacere, ma la poetessa ci richiama al rispetto per chi, scrivendo libri e versi, ha consacrato la vita alla crescita spirituale dell’umanità, spesso facendo risuonare una voce scomoda e controcorrente.

‘Ma soprattutto amate i poeti. / Essi hanno vangato per voi la terra / per tanti anni, non per costruire tombe, / o simulacri, ma altari.

I poeti scavano nel proprio mondo interiore per restituirci parole di verità, consolazione e conforto. E’ un lavoro duro e pericoloso scendere negli abissi dell’anima, non si sa cosa si può scoprire; i poeti smuovono la terra di traumi rimossi, i drammi o la banalità di un mondo spesso infelice e limitato, per allargare gli orizzonti della nostra visione, per fissare la memoria, per consacrare come su un altare desideri, passioni, ideali e sogni, anche quelli inconfessabili.

‘Pensate che potete camminare su di noi / come su dei grandi tappeti / e volare oltre questa triste realtà quotidiana’.

I poeti sono dei padri che ci consegnano un’eredità preziosa e delicata. Nella società dei consumi le prime ad essere consumate sono le parole, perse in una quantità estranea di oggetti in un mondo inabitabile, che rende la custodia del pensiero sempre più difficile. Solo la poesia può preservare dall’oblio, può ridare il nome alle cose per le quali e con le quali vale la pena vivere.

In un altro testo, sempre dedicato ai giovani, Alda Merini scrive: ‘Giovanetti, scendete lungo i rivi / del vostro linguaggio / prendete la prima parola / portatela alla bocca / e sappiate che basta un segno / per far fiorire un vaso’.

I poeti ci hanno lasciato una traccia da seguire, su cui camminare verso nuove mete; a differenza loro, nessun progresso tecnologico è riuscito a fabbricare tappeti volanti che ci consentano di trascendere una realtà deludente e meschina, quei ‘macigni sul cuore’ su cui anche Calvino ci consigliava di ‘planare dall’alto, perché leggerezza non è superficialità’.

Anzi, spero che i miei maturandi abbiano imparato dalla poesia a vivere l’esistenza in maniera piena, a riconoscere le proprie passioni per trasformarle in mestiere, e si ricordino della scuola, pur con tutti i suoi limiti e difetti, come un luogo di incontro e condivisione di saperi e di esperienze.

E’ ora di uscire da qui, di trovare il loro posto nel mondo e di vivere con amore la vita, ‘pieni di speranza gelida / che poi diventerà amore / sappiate da un poeta / che l’amore è una spiga d’oro / che cresce nel vostro pensiero / esso abita le cime più alte / e vive nei vostri capelli.’

E’ ora di salire su un tappeto e ‘volare oltre’, per planare leggeri sulla nostra pesante realtà.

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