Solamente Antonia Pozzi riesce con delicatezza a regalarci un’immagine luminosa e serena pur tratteggiando un autoritratto di solitudine.

In una sera di aprile la poetessa contempla attraverso la finestra la luce della luna che illumina il suo vaso di primule; quella luna è una ‘grande primula’,‘sola’ e ‘stupita nel cielo’: è più luminosa e più grande del piccolo fiore nel vaso, ma sono proprio le sue dimensioni che ne fanno risaltare la solitudine nel ‘prato del cielo’.

Sera d’aprile

Batte la luna soavemente
di là dei vetri,
sul mio vaso di primule:
senza vederla la penso
come una grande primula anch’essa,
stupita,
sola,
nel prato azzurro del cielo.

A. Pozzi, aprile 1931

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Notturno d’aprile

Solamente Antonia Pozzi riesce con delicatezza a regalarci un’immagine luminosa e serena pur tratteggiando un autoritratto di solitudine.

In una sera di aprile la poetessa contempla attraverso la finestra la luce della luna che illumina il suo vaso di primule; quella luna è una ‘grande primula’,‘sola’ e ‘stupita nel cielo’: è più luminosa e più grande del piccolo fiore nel vaso, ma sono proprio le sue dimensioni che ne fanno risaltare la solitudine nel ‘prato del cielo’.

Sera d’aprile

Batte la luna soavemente
di là dei vetri,
sul mio vaso di primule:
senza vederla la penso
come una grande primula anch’essa,
stupita,
sola,
nel prato azzurro del cielo.

A. Pozzi, aprile 1931

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